A cura di Umberto Moioli.
E’ partito tutto così, da una semplice Instastory: il bel fondoschiena di una fiammante Porsche GT3 che ti compare come pop-up sul telefono ed una risposta al fortunato tester di Panoramauto, Francesco Neri:
– “Nooo Maledetto!”
– “Ahah, ogni tanto una gioia. Senti, domani sei libero? Noi facciamo un giro.”
E’ bastata quella semplice domanda – domani sei libero? – per farmi sbarazzare di qualsiasi impegno avessi già in programma; perché, come si fa a dire di no ad una mattina da passare dietro al volante, inseguendo (o cercando di inseguire) una bellissima e maleducatissima GT3, tra le strade collinari del Piemonte? Punto quindi la sveglia presto, colazione al volo e sgattaiolo fuori di casa con un sorriso che difficilmente si riesce a vestire il mercoledì mattina alle sette e mezza; anche la Megane RS Cup necessita della sua colazione e la accontento con un pieno di pregiata 100 ottani giusto prima di partire alla volta del novarese.
Arrivato al punto di ritrovo, a fare compagnia alla bellissima puledra di Stoccarda trovo una esotica Lotus Exige S che mi ruba il fiato: due vetture da sogno, dal puro animo racing, due macchine che dovrebbero trovare posto nel garage di ogni vero appassionato di Guida sportiva, due auto capaci al solo guardarle di riaccendere in noi quella purissima scintilla che tutti abbiamo sperimentato quando ci siamo innamorati per la prima volta di questa inutile quanto bellissima cosa chiamata “Automobilismo”. E tra una brioche ed una sigaretta, chiacchiere generali su questo e quel modello, indecisioni varie su quale prossima macchina comprare, il ghiaccio si scioglie e arriva finalmente il momento di accendere i motori e di mettersi al volante. Al suo risveglio, il 4.0 L 6 cilindri da 500 CV della bella teutonica catalizza l’attenzione di chiunque si trovi nei paraggi: evocativo e rabbioso, il suono del motore aspirato a 6 cilindri di questa 911 è un’inconfondibile melodia da autentica supercar, di quelli che ad ogni sgasata è un colpo al cuore che ti lascia con i peli delle braccia rizzati, un sorriso da stupido stampato sul volto ed occhi sognanti rivolti al cielo. Estasiato perciò dalla musica tedesca, mi accodo alla GT3 e la seguo sulla strada che ci porta in un primo bel tratto di misto, con l’asfalto liscio e “gripposo” grazie al sole che baciava la nostra giornata e le nostre macchine; ESP totalmente disinserito, mappa “extreme” selezionata e via, si parte!
Come una danza tra le curve, la GT3 davanti a me si muove come un felino, agile e precisissima da sembrare posta sui binari, mentre più i suoi rpm si avvicinano alla famigerata soglia dei 9000 giri e più nella valle sembra che abbia avuto inizio un concerto di Wagneriana memoria. Ma la giornata è doppiamente interessante, perché per me è anche il giorno del battesimo della bella francesina pistaiola che mi sono da poco regalato; e così, curva dopo curva, inizio a scoprire le qualità della RS Cup che, complice un telaio sopraffino e un differenziale autobloccante a slittamento limitato, fa di tutto per regalarmi trazione e precisione ad ogni volta che richiedo al 2.0 L d’Oltralpe tutti i 340 Nm di coppia che riesce a sviluppare. Alle mie spalle, la meravigliosa Exige S segue veloce ogni nostro spostamento, attendendo con ansia il momento di confrontarsi con la sua rivale crucca, ben più che degna avversaria contro la quale mettere in scena un confronto – storicamente mai davvero sopito – di nazionalità.
Lasciata passare, dopo una breve sosta, la supercar inglese – ora in qualità di apripista – quello che abbiamo davanti è un tripudio di curve, di staccate ed “Esse” in salita, una strada da prova speciale, senza l’ombra di una macchina ad intralciare la nostra “hill climb”. Le gomme che stridono, i giri che salgono ed i botti dallo scarico ad ogni cambiata, l’adrenalina che fa pompare il cuore in sincronia con i giri-motore ed i sensi che sembrano affinarsi man mano che il ritmo si fa più incalzate. La Megane è una scheggia nel misto e, nonostante le mie due concorrenti facciano – com’è ovvio che sia – un altro sport, mi ritrovo a sentire concretamente perché amo così tanto questa-cosa-dei-motori: è in mattinate come queste, tra amici e macchine, a divertirsi tra i passi di montagna, che tutti i soldi “buttati” dal benzinaio, dal preparatore, per i bolli carissimi, per le assicurazioni altrettanto poco economiche, trovano un senso. Lasciatemelo dire… Non importa che la vostra sia la macchina più veloce, perché ci sarà sempre il pesce più grosso che avrà la meglio su di voi. Quello che importa è proprio il divertimento, il gusto che si prova nello scorrere veloci tra una curva e l’altra, la danza dei piedi che con perfetta sincronia fanno di freno-frizione-acceleratore strumenti artistici degni di arpa e violino, la soddisfazione di arrivare in cima al passo, con l’odore di gomma bruciata che riempie l’abitacolo e magari qualche tremolino per qualche jolly lasciato qualche tornante più sotto. Sì è proprio per mattinate così, per momenti così, e per macchine capaci di regalarti queste soddisfazioni ed emozioni, che tutto quanto trova un senso, e per le quali non mi stuferò mai di una passione che, nonostante la maledica ogni giorno, dalla mattina alla sera, sa rendere questa vita uno spettacolo pericolosamente meraviglioso.