A cura di Umberto Moioli.
Supra, Yaris, 86… e ora finalmente anche lei, la Toyota Corolla che si presenta questa volta sotto una veste tutta nuova, cattiva, racing, senza compromessi: si chiama GR Corolla e nella sua versione più estrema denominata “Circuit Edition” si prepara ad essere la una delle vetture più desiderate del 2022.
In totale controtendenza con il generale appiattimento di qualsiasi cosa caschi sotto la denominazione di “divertente e veloce” e questa eufemisticamente stupida corsa all’elettrificazione, a capo di questa vera e propria rivoluzione c’è il solo ed unico pilota e Presidente della Toyota, Akio Toyoda (anche soprannominato Morizo). Il CEO Toyoda, insaziabile appassionato di motorsport e guida sportiva, è stato il primo a voler davvero ascoltare gli appassionati (di cui lui stesso lo è in primis), decidendo così di tornare a fare macchine che appagassero la voglia di motori della gente, andando così ad inanellare una serie di successi e sold-out, come abbiamo visto per la GR4 e la GR86, andate a ruba in tutto il mondo.
Ora, però, era tempo di riabilitare il nome della Corolla con uno modello che potesse rendere giustizia ad una lunga tradizione, e lasciando le cose in mano a quei bravi ragazzi del reparto sportivo Gazoo Racing (https://toyotagazooracing.com/), l’obiettivo è stato pienamente raggiunto. GR Corolla in poche parole? Motore 1.6L tre cilindri turbo da 304 cavalli, trazione integrale, cambio manuale (e solo manuale, avete capito bene), grossi freni con dischi già baffati, sedili sportivi, prese d’aria e carbonio sparso ovunque, ed un look racing-teppista che non ispira veramente niente di buono ai genitori della tua fidanzata.
Andando a guardarla sotto i veli, sì la GR Corolla è andata a rubare sia il propulsore sia il sistema di trasmissione GR Four dalla sorella minore Yaris GR4, ma da qui in poi le cose prendono una piega diversa e ancora più estrema. Esternamento la GR Corolla si rifà infatti alle altre Corolla Hatchback a cinque porte, ma rispetto alle versioni da sfig… volevo dire civili, la GR Corolla si presenta con un avantreno che si allarga di 6 centimetri mentre al posteriore addirittura di 8,5 centimetri, seguito da un rigonfiamento dei passaruota rispettivamente di 2 e 3 centimetri, che coprono dei cerchioni nero opaco da 18″ equipaggiati con pneumatici Michelin Pilot Sport 4 della misura 235/40.
Da qui, seguono una serie di dettagli estetico-funzionali in carbonio che rendono questa vettura incredibilmente aggressiva e sexy al tempo stesso come il nuovo paraurti anteriore con griglia dedicata, il tetto in fibra di carbonio, sfoghi d’aria sul cofano e sui passaruota anteriori tutto molto alla Need for Speed, poi spoiler arrogante, estrattore e minigonne ai lati. Non convincono invece i tre scarichi al retrotreno, vera pecca estetica. Dentro, invece, la macchina si presenta sobria e minimalista, pochi agghindi ma tutto l’occorrente ad una macchina pensata per essere guidata e non portare a spasso bamboccioni perennemente al telefono: i sedili avvolgenti con il logo GR sul poggiatesta, una leva del cambio a corsa-corta, vista sublime di ben tre pedali, via il pulsante del freno-a-mano elettrico per far spazio a quello meccanico (chi sa, sa), uno schermo digitale tutto nuovo che mostra in tempo reale il funzionamento delle quattro ruote motrici, la pressione del turbo, la marcia inserita e tachimetro ed infine una vera e propria chicca: sulla leva del cambio è riportata la firma di “Morizo”, segno di distinta approvazione da parte del CEO di Toyota.
Per rendere la scotta molto più rigida, agli stabilimenti di GR Factory di Motomachi (dove è stata prodotta tra le altre la LFA), hanno poi aggiunto delle barre di rinforzo che unite al tetto in carbonio rendono la nuova GR Corolla una vera e propria arma, capace di gestire al meglio i 304 cavalli (di serie) erogati dal 1.6L 3 cilindri turbo e sopportare l’utilizzo più estremo tra i cordoli, senza mai andare in crisi. C’è ancora dell’altro? Ebbene sì, le sorprese non finiscono qui: sulla GR Corolla infatti è disponibile l’opzione a ben due differenziali autobloccanti Torsen, così da garantire alla vettura il massimo della performance in curva, mentre la sua trazione garantisce una distribuzione della coppia motrice fino ad un rapporto 50:50!
Insomma, questa macchina è una bomba. Bella, efficace, cazzutissima, fuori dal coro. Una nuova perla che porta la firma del più figo CEO del mondo, Akio Toyoda. Cosa vorremmo di più? Beh, che arrivasse in Europa, perché allo stato attuale delle cose non è ancora sicuro che verrà importata nel (non) caro vecchio e noioso continente. Non ci resta che pregare.