I latini erano soliti dire “nomen-omen”, ovvero “un nome, un destino”, e ciò derivava dalla credenza romana che ad un nome fosse legato un fato, una caratteristica, un perché. Io non so dirvi se sia nata prima la moto – con le sue caratteristiche – e quindi ne sia stato deciso il nome, o se dal nome hanno poi progettato la moto, ma ciò che posso dirvi è che a Schiranna non avrebbero potuto trovarle un nome più azzeccato… Brutale. Perché la Brutale lo è di nome e di fatto: brutale nella sua bellezza, nella sua spavalderia da italiana purosangue, brutale nelle sue prestazioni e specialmente nel modo in cui sa regalare emozioni. Che in fin dei conti, è il motivo per cui siamo portati a comprare le moto: le emozioni.
Nella dinastia delle Brutale, infatti, concepita nell’ormai lontano 2001, si sono susseguiti diversi modelli e con diverse motorizzazioni: 750cc, 1090cc a quattro cilindri, 675cc a tre cilindri e quindi la 800cc sempre a tre cilindri, versioni più umane (le base), poi RR e le anabolizzate Dragster e Dragster RR. Tra tutte queste la nuova 800 my 2016 rappresenta forse il passo verso la perfezione, perché questo piccolo gioiello, rispetto già al 2015, è migliorato tanto, anzi tantissimo, impreziosendosi e facendosi apprezzare ancora di più! Ma scopriamola passo per passo.
BELLEZZA, STILE, UNICITA’
Che ci piaccia oppure no, quando si parla di MV Agusta non si può non spendere più di una parola sull’aspetto estetico con cui i designers della Casa varesina realizzano le proprie moto. Amate ed invidiate in tutti il mondo, le MV Agusta non sono soltanto dei mezzi a due ruote dalla fortissima personalità e dal rabbioso DNA sportivo, ma sono anche dei veri oggetti di puro culto, esempi di raffinata bellezza e stile. E così non poteva che esserlo anche la nuova Brutale 800, connubio perfetto tra indole guerriera e portamento di classe, tanto da ricordare la versione meccanica di un bronzo di Riace. Il suo telaio, spigoloso nella parte inferiore e reso più morbido poi dalle linee del traliccio, custodisce il muscoloso motore da 800cc della F.3, che appare come un teso fascio di nervi impaziente di essere sbrigliato. Tutto ciò, infatti, si fonde perfettamente con le linee invece aggraziate dell’elegante faro anteriore, del serbatoio e del codino dallo stile minimale ed apparentemente disegnato dal vento, che presenta un foro sotto la sella pilota che sa rendere la moto nel suo insieme ancora più particolare e letteralmente sexy.
Inutile sottolineare come questa Brutale sappia rubare completamente l’attenzione di chiunque si trovi in un raggio inferiore ai 15m. L’aspetto estetico della 800 è davvero appagante per gli occhi e non ci si stufa mai di apprezzarla in ogni suo studiato dettaglio: dall’inedito spazio aperto sotto la sella alle linee del forcellone monobraccio, dal design dello scarico a tre uscite all’iconico gruppo ottico anteriore. Da qualsiasi angolazione la si guardi, la Brutale 800 suscita meraviglia e stupore, doti che fanno poi del felice proprietario il protagonista indiscusso dell’aperitivo metropolitano.
Ma la Brutale 800 è vincente anche nell’analisi più da vicino: a stupire c’è la (quasi) totale assenza di cavi lasciati in bella vista – ora invece raccolti e celati dietro il carter motore – mentre è inedita e ben curata – ma non rivoluzionaria – la dash-board. Sullo schermo LCD ogni informazione è specificata ed è ben leggibile: in alto a sinistra, infatti, svetta un fondamentale contamarce, elemento che sa farsi apprezzare particolarmente nella guida spinta e specialmente in pista, mentre estremamente centrato ed in pieno risalto è il tachimetro. A completare infine la “sezione superiore” della Dash-board è il riquadrino delle mappature motore, in cui è possibile andare a selezionare la mappa Rain (che castra letteralmente le prestazioni del 3 cilindri), la più tranquillizzante Normal, la rabbiosa Sport (in cui ci vengono messi a disposizione tutti i cavalli e la coppia della Brutale) e la sfiziosa Custom, con la quale si può completamente personalizzare il setting elettronico della moto. Scendendo di livello nella Dash-board e spostandoci nuovamente a sinistra, sotto il contamarce è presente in piccolo il conta-chilometri, che anticipa invece il lungo contagiri digitale che arriva addirittura a “murare” a 16.000. Presente poi a destra, sotto l’ “Engine Map”, un piccolissimo orologio digitale e, soprattutto, i segnalatori di livello dell’ABS (su “1” è attivo, mentre è disattivato sullo “0”) e quello ancor più importante del Traction Control, che prevede ben 8 livelli di intervento e la possibilità di renderlo completamente inattivo.
Piccola delusione, invece, essendo una moto dalla forte vocazione stradale, la scelta di non mettere un indicatore della quantità di carburante presente nel serbatoio. Così come abbastanza negativo è il giudizio che devo fare sulla leggibilità delle spie di intervento, che diventano quasi invisibili in presenza di luce abbagliante, e sulla pulsantiera per modificare i parametri elettronici posta sul manubrio sinistra: MV ha infatti previsto la possibilità di modificare i settaggi di ABS e TC anche in marcia, ma i tastini celati sotto la gomma di protezione sono troppo piccoli e si fa fatica a premerli. Discorso diverso, invece, per il tasto delle mappature – posto sul manubrio destro – che permette in un paio di secondi di modificare la risposta del motore in base alla situazione in cui ci si trova. Dal punto di vista esterno, infine, un ultimo – ma neanche troppo importante – neo che ho riscontrato su questa moto è stata la posizione degli specchietti retrovisore: posti infatti esattamente sopra i manubri, specialmente quando si sale in sella, gli specchietti limitano i movimenti, costringendo il pilota a spostare leggermente verso l’esterno l’anteriore per poter salire senza sentirsi l’avambraccio interno bloccato dall’asta di supporto del vetro.
CICLISTICA DI RAZZA
Se prima, infatti, abbiamo esaltato la bellezza esteriore della Brutale 800, lo stesso discorso va fatto anche per la ciclistica e le componenti di prima scelta che equipaggiano la naked varesina. Partendo dallo “scheletro” di questa moto, il telaio – un traliccio in acciaio ALS con piastre laterali e forcellone monobraccio fusi in lega d’alluminio – è rimasto sostanzialmente invariato, così da conservare le sue già ottime caratteristiche, ma sono stati rivisti alcuni parametri delle geometrie: l’ interasse è stato infatti portato a 1.400 mm (+20 mm), mentre l’avancorsa è ora di 103.5 mm (95 mm nella versione precedente); accorgimenti che fanno raggiungere alla Brutale una lunghezza totale di 2.045 mm. Per quanto riguarda il peso, invece, la naked varesina è snella e leggera, e fa segnare alla bilancia appena 175 Kg a secco: dato questo che la pone in netto vantaggio sulla concorrenza delle medie-naked giapponesi.
A completare l’ottimo pacchetto tecnico di questa moto c’è poi la forcella anteriore Marzocchi a steli rovesciati da 43 mm di diametro in alluminio con un’escursione è di 125 mm, 1 mm in più dell’ammortizzatore Sachs vincolato al forcellone monobraccio. Sia all’anteriore che al posteriore, infine, le sospensioni prevedono la possibilità di essere completamente regolate sia in estensione, sia in compressione ed ovviamente nel precarico della molla. Nota molto positiva è il lavoro svolto da MV per unire, celare e alternare la vocazione ora sportiva ora cittadina di questa moto: saliti in sella, infatti, ci si accorge che la seduta è molto eretta, con le gambe rilassate dalla posizione (fin troppo) bassa delle pedane e soprattutto grazie ad un manubrio abbastanza elevato, che permette di distendere le braccia e non accusare carichi sulla schiena. Ma ciò infatti non si ripercuote minimamente sull’assetto che, al contrario, è molto caricato sull’anteriore, a tutto vantaggio della comunicatività della ruota davanti, e a vantaggio quindi di una guida con il coltello fra i denti.
A fermare la sconsiderata voglia di gas di questa Brutale c’è poi un pregiato impianto Brembo, montato sia davanti che dietro: all’anteriore, infatti, sono presenti due pinze a 4 pistoncini con attacco radiale, che lavorano in sinergia con due dischi flottanti da 320mm, mentre al posteriore si è optato per una pinza a doppio pistoncino su un disco da 220mm. Ma a rendere ancora più sicura la frenata è l’ABS Bosch 9 Plus, disattivabile per l’utilizzo in pista ma che permette di arrestarsi in grande sicurezza in ogni situazione di fondo stradale, senza però risultare mai invasivo anche una volta alzato il ritmo.
MENO CAVALLI, ANCOR PIU’ DIVERTIMENTO
Rispetto alla versione precedente, la Brutale 800 my 2016 è stata rivista anche nel motore. Ora con nuovi pistoni, nuovi alberi a camme, condotti di aspirazione rivisti, nuovo scarico e l’omologazione Euro4, il tre cilindri da 798 cc (alesaggio 79 mm per corsa di 54,3 mm) passa dai 125 CV che aveva in passato agli attuali 116 CV (86,5 kW) a 11.500 giri; ma a guadagnarne è stata infatti la coppia che, vantando ora ben 83 Nm a 7.600 giri (quasi tutta già però disponibile a 3800 giri), ha ricevuto un incremento addirittura del 25%. La gestione del motore è affidata al sistema MVICS, che include Full Ride by Wire multi-mappa integrato al controllo di trazione regolabile su 8 livelli, al quale si unisce la frizione a comando idraulico, impreziosita dal sistema anti-saltellamento, mentre il cambio estraibile è stato rivisto nella rapportatura (la 6° marcia è infatti ora più lunga, cosa che ha permesso ad MV di dichiarare consumi ridotti del 20%, attestandosi ora a 5,6l/100Km).
Tra le sorprendenti peculiarità di questa Brutale 800, inoltre, si annoverano l’albero motore controrotante, che permette alla naked di Schiranna di essere molto più agile nei cambi di direzione grazie alla minor inerzia di guida, e specialmente il cambio elettronico up&down EAS 2.0, che permette cambiate fulminee sia in salita che in discesa senza l’uso della frizione. Un grande vanto per la Brutale 800, perché attualmente è l’unica moto del suo segmento a montare un sistema di cambiata elettronica così sofisticato.
COME VA
Inserisco la chiave, faccio fare il check al motore e quindi la sveglio… Il ruggito della Brutale 800 è poderoso, rabbioso, evocativo e, soprattutto, tentatore. Perché è sufficiente accenderla per essere colti da un’improvvisa quanto assolutamente insensata voglia di salire in sella, abbassare la visiera, e fare tutto ciò che il codice della strada vieterebbe di fare. Resisterle? Impossibile.
Quindi con la mappa Sport selezionata, il pieno di 100 ottani nel serbatoio e tantissima curiosità di capire cosa sia capace di fare questa Brutale, mi dirigo verso zone della campagna brianzola, che presentano belle alternanze di misto stretto, curvoni veloci e qualche piccolo rettilineo: un territorio perfetto reso ancora più piacevole dalla presenza di pochissimo traffico. Mentre sono in viaggio, la prima cosa che noto e che mi stupisce è l’estrema trattabilità del motore: anche ai più bassi regimi, infatti, la risposta all’acceleratore è impeccabile, non dà strappi e riesce addirittura ad essere dolce in mezzo al caos cittadino. Tanto dolce che persino un neofita potrebbe rubare la Brutale al padre per andare a fare una “passeggiata” nella più assoluta tranquillità e riportarla a casa senza un graffio. Questa dote della Brutale è sicuramente da attribuire all’impeccabile lavoro di fino che i tecnici di Schiranna hanno fatto nella gestione elettronica del motore; ma basterà ruotare completamente la manopola del gas per capire davvero quale sia il reale carattere della moto. E così faccio…
Ribaltato l’acceleratore, la Brutale si scatena ed inizia a spingere tanto forte quanto alto è il preoccupante tasso di adrenalina che comincia a scorrere in ogni parte del corpo. Il sound cessa di ricordare quello di un trattore, si acuisce ed inizia a dar voce a tutta la sua rabbiosità, mentre ad ogni cambiata in pieno regime corrispondono veri e propri botti d’artiglieria provenienti dallo scarico, che regalano incalcolabili sorrisi ed eccitazione libidica. Mentre quindi la velocità della Brutale cresce vertiginosamente, la totale assenza di protezione aerodinamica fa sì che il casco si schiacci completamente sulla faccia e che i muscoli del collo si irrigidiscano per resistere alla pressione del vento; ma anche a spalmarsi – quasi in maniera molecolare – sul largo serbatoio, la Brutale non concede tregua dai flussi di aria, cosa non particolarmente entusiasmante (dal punto di vista meramente razionale) se si pensa che la Casa dichiara ben 237 Km/h di Top-Speed. Ma inspiegabilmene questa MV sa farvi apprezzare anche questa sua negligenza, aumentando quella sensazione di continua lotta che si prova a guidarla.
Ed in effetti guidare la Brutale 800 è una continua lotta, una scazzottata tra il pilota e la moto mentre si passa da una curva e l’altra con una velocità che lascia esterrefatti e gli organi interni sconquassati da ogni “manata” di gas. Il lavoro svolto dalla ciclistica – pur essendo la taratura standard abbastanza rigida – è ben più che impeccabile: ogni sensazione è trasmessa perfettamente al pilota sia al posteriore che all’anteriore, con ingressi di curva sempre precisi ed una stupefacente stabilità nei curvoni veloci, da percorrere tutti appesi alla moto mentre puntate dritti alla prossima curva. Ma è proprio l’uscita di curva il punto chiave, più emozionante, più appagante nella guida della Brutale 800, perché l’elevata coppia disponibile ai medi regimi, vi farà completamente dimenticare quei (pochi) cavalli persi rispetto al modello precedente e, soprattutto, vi permetterà di dare la caccia a qualsiasi moto e di sorpassarle di prepotenza lanciando botti dallo scarico. Anche con il TC settato al 3° livello ed ancora piegati, la Brutale non perde la propria traiettoria e la linearità d’assetto neppure in piena accelerazione e per quanto il motore scalci e regali a tratti quella sensazione di super-potenza, ciò che stupisce è il suo comportamento che rimane sempre trattabile. E’ un po’ come se ci volesse portare sempre sulla soglia del rischio, ma rimanendo dentro quel limite di sicurezza oltre il quale bisognerebbe iniziare a darle del Lei.
Ma avrà pure un difetto questa moto? Sì, effettivamente uno c’è: complice infatti anche l’eccellente lavoro svolto dalle performanti Pirelli Diablo Rosso III di primo equipaggiamento (che rispetto alle vecchie Rosso II rappresentano un secolare salto in avanti), con l’anteriore caratterizzato da un profilo molto sportivo ed una mescola che regala tanto grip in qualsiasi condizione e temperatura – anche sull’umido -, andare alla ricerca di piegoni con il ginocchio a terra è letteralmente un gioco da ragazzi. Ma è proprio in questo frangente che si riscontra il limite della Brutale: la forcella Marzocchi anteriore, infatti, non troppo scorrevole (almeno con l’assetto standard), non regala quella sensazione di anteriore granitico ed anzi, fa sì che agli alti angoli di piega si rimanga sempre un po’ con la guardia alzata temendo una repentina perdita di aderenza. Un peccato, perché con una forcella un pochino più performante la Brutale 800 sarebbe stata davvero perfetta. Notevole anche l’efficacia dell’impianto frenante Brembo che, supportato dalla rigidezza della forcella anteriore, permette staccate violente con la Pirelli che sembra voler strappare l’asfalto, mentre dalla pompa Nissin non si avverte mai quella sensazione spugnosa che potremmo accusare a causa dell’ABS inserito.
Da segnalare, poi, l’ottima sensazione che ho provato nella guida sul bagnato: nel corso del test, infatti, più di una volta sono stato sorpreso da diluvi “monsonici” ma, modificando al volo la mappatura su “Rain” – che strozza le prestazioni del 3 cilindri varesino – e rassicurato dall’immancabile grip delle Pirelli Diablo Rosso III, guidare la Brutale in condizioni anche molto impervie è stato facile come guidarla sull’asciutto.
QUINDI, PER CHI E’?
Per quanto sia diventata trattabile e fruibile per chiunque ed in ogni situazione, per apprezzarla davvero bisogna comunque essere motociclisti già un po’ smaliziati e a caccia di emozioni forti. Se dovessi fare un paragone, direi che questa Brutale 800 veste i panni dell’amico un po’ pazzo che ognuno di noi ha, quello sempre pronto a cercare di trascinarci in avventure adrenaliniche, spesso ad alto tasso di goliardica stupidità, che la sera poi si tira a lucido e, strizzando l’occhiolino beffardo, ci porta a bere un martini con il chiaro intento di rimorchiare la ragazza più figa del locale. Ma guai a chiedergli un week-end politicamente corretto con ragazza, cane, figli e parenti, perché si rifiuterebbe categoricamente.
La Brutale è esattamente così. E’ una moto iconica, irresistibile e sempre pronta a regalare tonnellate di sorrisi, di emozioni e di soddisfazioni, sia che ci si trovi in mezzo al passo di montagna, sia a far bella figura nei bar alla moda. E certamente senza disdegnare – anzi! – qualche uscita seria in pista, forte anche di una elettronica da far impallidire le più moderne supersport di media cilindrata. La Brutale è una moto che in qualsiasi situazione, soprattutto in quelle più divertenti, sembra voler “battere il cinque” al suo proprietario dicendogli “Yes, let’s do it!”.
E ora vi chiederete: ne vale davvero la pena? La compreresti? Sarò onesto e vi risponderò così: quando, durante la prova, mi chiedevano se fosse mia, ho continuato a rispondere che l’avevo appena presa dal concessionario. E per quanto io sia un patito di supersportive, questa naked mi manca molto più di quanto mai potessi immaginare.
IN SINTESI: COSA MI E’ PIACIUTO DI PIU’ E COSA NO
Cosa mi è piaciuto:
– Prestazioni del motore e sound
– Elettronica al top
– Peso leggero e rapidità nei cambi di direzione
– Pirelli Diablo Rosso III
– Sex-appeal del design
Cosa non mi è piaciuto:
– Poca sicurezza all’anteriore nelle pieghe più estreme
– Pedane pilota troppo basse
– Pulsantiera selezione Traction Control
– Il cambio sembra andare meglio con l’aumentare del ritmo
– Posizione degli specchietti
SCHEDA TECNICA
PREZZO
€ 12.680,00 – IVA inclusa
MOTORE
Tipo: Tre cilindri, 4 tempi, 12 valvole
Distribuzione: Doppio albero a camme in testa;
Cilindrata totale: 798 cm3
Rapporto di compressione: 12,3:1
Avviamento: Elettrico
Alesaggio per corsa: 79 mm x 54,3 mm
Potenza max. a giri/min (all’albero): 86,5 kW (116 CV) a 11.500 giri/min
Coppia massima giri/min: 83 Nm (8,46 kgm) a 7.600 giri/min
Raffreddamento: a liquido e olio con con radiatori separati
Accensione: Iniezione
Frizione: multidisco in bagno d’olio a comando idraulico con antisaltellamento
Cambio: estraibile a sei velocità con ingranaggi sempre in presa
Rapporto finale di trasmissione: 16/41
ELETTRONICA
Sistema integrato di accensione-iniezione MVICS con tre iniettori
Centralina di controllo motore: Eldor EM2.0
Corpo farfallato full drive by wire Mikuni
Bobine pencil-coil
Controllo di coppia con 4 mappe
Traction Control ad 8 livelli di intervento
Sistema cambio elettronico MV EAS 2.0 (Electronically Assisted Shift up & down)
IMPIANTO ELETTRICO
Tensione impianto: 12 V
Alternatore: 350 W a 5000 giri/min
Batteria: 12 V – 8,6 Ah
DIMENSIONI E PESO
Interasse: 1400 mm
Lunghezza totale: 2045 mm
Larghezza max: 875 mm
Altezza sella: 830 mm
Altezza min. da terra: 135 mm
Avancorsa: 103,5 mm
Peso a secco: 175 kg
Capacità serbatoio carburante: 16,5 l
PRESTAZIONI
Velocità max: 237,0 km/h
TELAIO
Tipo: Tubolare a traliccio in acciaio ALS
Materiale: piastre fulcro forcellone Lega di alluminio
SOSPENSIONE ANTERIORE
Tipo: Forcella Marzocchi oleodinamica a steli rovesciati con sistema di regolazione esterno e separato del freno in estensione, in compressione e del precarico molla Ø Steli 43 mm
Corsa sull’asse gambe: 125 mm
SOSPENSIONE POSTERIORE
Tipo: Progressiva, monoammortizzatore Sachs regolabile in estensione, in compressione e nel precarico molla
Materiale forcellone oscillante monobraccio: Lega di alluminio
Corsa ruota: 124 mm
FRENI
Anteriore: a doppio disco flottante (Ø 320 mm) con fascia frenante e flangia in acciaio
Pinza freno anteriore: Radiale Brembo a 4 pistoncini (Ø 32 mm)
Posteriore: a disco in acciaio (Ø 220 mm)
Pinza freno posteriore: Brembo a 2 pistoncini (Ø 34 mm)
Sistema ABS: Bosch 9 PLUS con RLM (Rear wheel Lift-up Mitigation)
CERCHI
Anteriore: Materiale / dimensioni Lega di alluminio 3,50 ” x 17 ”
Posteriore: Materiale / dimensioni Lega di alluminio 5,50 ” x 17 ”
PNEUMATICI
Anteriore: 120/70 – ZR 17 M/C (58 W)
Posterior:e 180/55 – ZR 17 M/C (73 W)
CARROZZERIA
Materiali Termoplastici
EMISSIONI
Consumo carburante combinato: 5,6 l/100 km
Emissioni di CO2: 128 g/km
Norma ambientale: Euro 4