A cura di Stefano Nicoli.
Ho sempre pensato che le prime impressioni siano molto importanti. Do parecchia importanza a come mi si presentano per la prima volta le persone, e per le automobili non riesco a modificare questo mio modo di pensare: il primo impatto è fondamentale. Soprattutto se poi decidi di presentarti con una frase forte, dal significato decisamente non equivocabile: “Concepita per la strada, pensata per la pista”. Perchè la Ford Fiesta ST, la più potente Fiesta attualmente disponibile in listino, dice questo di sè: ad un prezzo contenuto io sono un’auto che potrai usare tutti i giorni ma che una volta portata in pista ti regalerà tante soddisfazioni perchè è quello il mio habitat naturale. Dichiarazioni decise, che nel segmento delle Hot Hatch, delle piccole compatte “pepate”, a volte rischiano di rimanere lettera morta, delle promesse non mantenute. Ecco appunto, a volte. E questa non è una di quelle. Partiamo dalla constatazione che la ST, rispetto ad alcune delle sue concorrenti, ha puntato decisamente sulla concretezza.Pochi fronzoli, anche per quanto riguarda l’aspetto esteriore che però è comunque parecchio grintoso: rispetto alle versioni normali la ST fa sfoggio, su un paraurti anteriore dalle forme più bombate e che accoglie i fendinebbia, di un’ampia calandra a nido d’ape dal sapore Aston Martin con incastonato il logo “ST”, di cerchi da 17″ a 5 razze abbinati a pneumatici 205/40, di minigonne laterali, di uno spoiler posteriore installato sul portellone – dove trova posto un altro logo “ST” -, di un doppio terminale di scarico e di un estrattore posteriore.
E poi basta. “Sì ma c’è la lista degli optional”, direte voi a ragione. E invece no: perchè ovviamente la lista degli optional c’è, ma è molto corta. Se non vi piace il disegno dei cerchi da 17″ o li voleste più grandi, ad esempio, dovrete acquistarli aftermarket: unico design ed unica misura. La ST viene proposta di serie in tinta Race Red, (la Blue Performance della prova costa 600 €), ma oltre a questi 2 colori ne avrete a disposizione solamente altri 3 (Frozen White, Shadow Black e Molten Orange). Toh, se vorrete potrete oscurare i vetri posteriori, mentre la fanaleria anteriore ha le luci diurne a LED ma poi non offre – neppure a richiesta – i fari allo Xeno. La ST è quindi un automobile che fa poco per apparire e, come già accaduto con la MiTo QV, sono state davvero poche le persone – fatta eccezione per un ragazzo che mi ha addirittura filmato in una ripartenza dal semaforo – che si sono rese conto di avere davanti un modello particolarmente cattivo della Fiesta. E secondo me, lo ribadisco, è un peccato: in una versione che rappresenta il Top di gamma penso che, almeno tramite gli optional, dovrei poter avere la possibilità di rendere la mia auto più…particolare. Invece in Ford sembra abbiano optato per una filosofia pirandelliana: così è se vi pare, noi ci siamo concentrati su altri aspetti. Ed alla fine hanno avuto ragione loro, e tra poco scoprirete il perchè. Il leitmotiv della concretezza si ripete anche negli interni. La plancia è identica a quella della altre Fiesta, con una qualità dei materiali nel complesso buona: le plastiche sono piacevoli al tatto, le leve di tergicristalli e frecce appaiono solide e fluide nel passare da una posizione all’altra e i comandi dell’aria condizionata – che forse avrei rifinito leggermente meglio – sono privi di gioghi. Il volante a 3 razze, con i comandi di Bluetooth e radio da un lato e Cruise Control (optional e dal funzionamento non intuitivo) dall’altro, non è appiattito nella parte inferiore come quelli di alcune sue concorrenti, ma il giusto tocco di sportività lo dà l’inserto in alluminio nella parte inferiore, sul quale campeggia il logo “ST”. Rifiniture in alluminio sono state poi inserite sul pomello del cambio, e dello stesso materiale sono la pedaliera (con l’acceleratore un po’ disallineato, che rende difficoltoso il tacco-punta) ed i battitacco, sui quali campeggia in rosso la scritta “ST”. Su questa Fiesta c’è poco spazio anche per l’Infotainment: il sistema SYNC, installato sulla parte centrale della plancia, subisce lo scorrere del tempo (le ultime Ford montano infatti il SYNC 2) e, nonostante le numerose funzioni di cui dispone, con uno schermo da soli 6,5 ” non riesce ad esprimersi al meglio, complice anche il numero elevatissimo di pulsanti (addirittura 39) necessari per sfruttarlo. Il
navigatore è preciso nelle indicazioni ma un po’ lento nel ricalcolo degli itinerari, mentre alcune concorrenti della ST sono molto più rapide nella connessione Bluetooth con i vostri Smartphone. Ben leggibile, anche nelle ore notturne, è il quadro strumenti con retroilluminazione bianca, al centro del quale trova spazio uno schermo sul quale potrete trovare informazioni relative a consumo, km percorsi, percorrenza e simili: è molto piccolo, ma adempie in maniera efficiente al suo compito. Anche la ST, come la maggior parte delle sue concorrenti, è omologata per 4 passeggeri:dietro ci si sta bene – con passeggeri anteriori alti circa 1,80 m chi siede dietro ha sufficiente spazio sia per le gambe che per la testa – ma è quando si è seduti davanti che la ST fa capire di essere al volante di qualcosa di speciale. I sedili Recaro, proposti di serie e con il logo “ST” cucito sugli schienali, sono infatti fenomenali: avvolgenti come un guanto ed estremamente contenitivi, li apprezzerete sia quando dovranno assorbire le asperità delle strade di tutti i giorni (avvertite piuttosto chiaramente a causa dell’assetto più rigido e della spalla delle gomme ridotta) sia – e soprattutto – quando lancerete la vostra ST tra le curve. Se però i suddetti sedili, riscaldabili elettricamente, offrono ampie possibilità di personalizzazione, il volante è regolabile solamente in altezza: un aspetto al quale non farete comunque molto caso, perchè trovare la posizione di guida ideale sulla ST è davvero semplice. Si viaggia comodi, dentro questa Fiesta. Peccato che, per quanto riguarda gli interni, il rivestimento del fondo del bagagliaio – dalla capacità in linea con la concorrenza grazie ai suoi 290 l che diventano 974 con il divanetto posteriore totalmente abbassato – sia poco rifinito e piuttosto sottile, e che le alette parasole per essere spostate ai lati impongano a chi guida, a causa della loro grandezza, di girare la testa di lato per permetterne il passaggio. Torna in mente ancora una volta quel sentore di filosofia del “Così è se vi pare”. Ma per dimenticare qualsiasi incertezza sulla ST basta girare la chiave.
Che poi, a pensarci bene, una chiave vera e propria non c’è perchè la ST ha il Keyless Access. Allora dico che basta premere un pulsante, ed il 1.6 EcoBoost Turbo da 182 CV fa sentire la sua voce sommessa. Con un placido borbottio ed un’erogazione che neppure a freddo è brusca, il propulsore di questa ST, assieme ad un cambio manuale a 6 marce estremamente fluido e dagli innesti ravvicinati e ad una frizione morbida, rende la guida in città una semplice formalità. Questa Fiesta sembra…una Fiesta come tutte le altre. La visibilità è buona (a proposito: il parabrezza, per lo sbrinamento, ha le resistenze elettriche come il lunotto. Sono quasi impercettibili e ci si fa l’abitudine in fretta, ma le prime volte che incontrerete dei fari e li vedrete un po’ “zigrinati” sappiate che non state perdendo improvvisamente diottrie) e l’assetto soffre soltanto le buche, i dossi e gli avvallamenti più netti. Nonostante poi delle misure ridotte (è lunga 3,97 m, larga 1,71 ed alta 1,50) la ST è piuttosto semplice da parcheggiare: per quanto riguarda l’anteriore, nonostante un muso spiovente si capisce dove finisca il cofano, anche se un po’ si fa rimpiangere l’assenza – anche tra gli optional – dei sensori di parcheggio, mentre al posteriore arriva in soccorso una telecamera dall’ottima definizione ma che, essendo sempre esterna, si sporca facilmente (e molto) in caso di asfalto bagnato e rimane esposta ad urti o atti vandalici.
Ma la ST, come dice la sua frase di presentazione, non è nata per la città, e lo si capisce non appena ci si lascia alle spalle il centro abitato e si affonda con più decisione il pedale dell’acceleratore. A quel punto, dopo un lieve accenno di Turbolag, i 182 CV si presentano tutti a referto e la ST schizza via. Anche perchè i suddetti 182 CV ed i 240 Nm di coppia (che arrivano già a 1600 RPM) non sono i valori massimi che il 1.6 EcoBoost può mettere in gioco: grazie alla funzione Overboost infatti, quando schiaccerete fino in fondo l’acceleratore la potenza massima per 15″ arriverà a 200 CV (sempre erogati a 5700 RPM), la coppia massima salirà a 290 NM e la pressione di lavoro della turbina salirà da 1 ad 1,4 bar. Il tutto, unito ad un peso piuttosto contenuto – 1196 kg – permette alla ST di coprire lo 0-100 km/h in 6,9 secondi e di raggiungere la velocità massima dichiarata di 225 km/h. Come prestazioni assolute non siamo ai vertici della categoria, ma chi compra la ST per esibirsi su “sparate” in rettilineo ha completamente sbagliato automobile. Vi ricordo un solo dato: la coppia che arriva a 1600 giri. E’ un regime di rotazione basso per un propulsore a benzina, e rende la ST un missile tra le curve: il motore è praticamente sempre “in tiro”, vi basterà premere l’acceleratore per riprendere velocità nel tempo di un Amen per poi continuare a tirare fino ai 6000 giri, perchè il 1.6 è non solo pronto ai bassi regimi ma anche generoso agli alti, con un allungo non eccezionale ma comunque molto buono. Questa estrema disponibilità di coppia renderà rare le cambiate di marcia nel misto veloce, ma in quello stretto tornerà a farsi valere l’ottima trasmissione manuale della ST, che non presenta incertezze nemmeno quando si spinge un po’ di più. Ma, come diceva un famoso motto pubblicitario, la potenza è nulla senza il controllo. E questo in Ford sembrano averlo capito molto bene: la ST è infatti più bassa di 15 mm rispetto alle versioni normali della Fiesta, ha delle barre antirollio maggiorate ed un assetto più rigido. Ah, ed è stata sviluppata al ‘Ring. Tutti elementi che però rendono prevedibile solamente in parte la grande tenuta di strada della ST. Qui sì che probabilmente siamo ai vertici della categoria: lo sterzo è preciso, progressivo, diretto; l’anteriore sembra incollato alla strada e la tendenza al sottosterzo è davvero limitata; il posteriore, pur essendo leggero, non si scompone neppure in caso di frenate brusche e non soffre i trasferimenti di carico; l’assetto più rigido limita benissimo il rollio e permette di copiare molto bene l’asfalto. La ST, spinta tra le curve, è nel suo habitat naturale: ha un limite molto elevato per essere una compatta sportiva e la strada viene letteralmente divorata. Man mano che macinerete km fatti di tornanti, ampi curvoni o sequenze di curve veloci si allargherà sempre di più il sorriso sulle vostre labbra, tornerete a riscoprirvi bambini alle prese con il vostro giocattolo preferito. Il tutto anche grazie al sound coinvolgente e corposo di un 1.6 turbo che, in particolare nell’abitacolo e pur mancando di scoppiettii in rilascio, regala tante soddisfazioni: merito questo del Sound Symposer, una sorta di membrana – e non un software che amplifica il sound attraverso l’impianto audio – che viene posta tra il motore e l’abitacolo per impedire che le sonorità del propulsore vengano eccessivamente filtrate attenuando il piacere e le sensazioni di guida. E’ un sistema molto efficace, soprattutto perchè rende al massimo solamente oltre i 4000 RPM: a regimi di rotazione inferiori – che sono quelli ai quali viaggerete durante i lunghi spostamenti a velocità di crociera – l’effetto del Sound Symposer non è invece così evidente, permettendo alla ST di vantare un discreto comfort acustico. Ma torniamo a noi. Al volante di questa Fiesta, vi dicevo, una curva tira l’altra. E l’occhio, dopo un po’, non può non cadere sul pulsante posto davanti alla leva del cambio, quello con la didascalia “ESC OFF”. Sì, perchè la ST permette di impostare il grado d’intervento del controllo elettronico di stabilità su 3 differenti livelli: quello “normale”, in cui l’ESC è sempre attivo pur non risultando troppo invadente; quello intermedio, in cui invece opera al 50% con un intervento quindi sempre più sporadico; e quello “estremo”, in cui l’ESC è totalmente spento. Con il Controllo Elettronico di Stabilità completamente disattivato la ST diventa, se possibile, ancora più divertente da guidare. Mentre infatti l’avantreno continuerà a rimanere incollato a terra e ad essere preciso grazie al TVC (il Torque Vectoring Control, un sistema che, frenando la ruota più interna durante una curva, simula l’intervento di un differenziale autobloccante) il retrotreno sarà più libero, più “ballerino”, e se rilascerete l’acceleratore durante la percorrenza di curva tenderà addirittura ad allargare. Questo vi permetterà di guidare in maniera più “sporca”, cercando di spezzare la linea della traiettoria per chiudere prima la curva ed uscirne con le ruote anteriori più dritte, pronte per sfruttare al meglio i 290 Nm di coppia. Un vero spettacolo.
Peccato soltanto per l’impianto frenante: è adeguato alla tipologia di vettura, ci mancherebbe altro, ma alcune sue concorrenti frenano con più “mordente” e danno la sensazione di poter arrestare la vettura in uno spazio minore. I dischi – autoventilanti sia all’anteriore che al posteriore – e le pinze avrebbero potuto essere un po’ più grandi, visto che i freni di questa Fiesta, nonostante permettano di modulare molto bene la frenata, danno l’impressione di soffrire un po’ la fatica quando si spinge un po’ di più, soprattutto se si è in discesa. Ritorna in mente la lista degli optional un po’ corta: per quale motivo Ford non ha pensato ad inserire, tra gli allestimenti a scelta, la possibilità di montare un impianto frenante maggiorato? Inutile chiederselo: la ST così è, se vi pare.
Pensata per la pista dunque? Molto probabile. La ST ha un motore dalla fruibilità estrema, fluido nell’erogazione, potente, rumoroso il giusto e allo stesso tempo piuttosto parco nei consumi, con una percorrenza media registrata nell’arco della prova di 12 km/l che possono diventare addirittura 14 qualora guidiate con il piede di velluto (cosa assai improbabile con un’auto di questo tipo). Vanta poi una tenuta di strada ottima – e noi avevamo gomme termiche, non oso immaginare cosa possa accadere con delle semi slick – grazie ad un assetto piuttosto rigido e ad un anteriore preciso, oltre ad avere una tendenza al sottosterzo ed al rollio estremamente limitata. Offre sensazioni di guida “vere”, grazie al cambio manuale, allo sterzo diretto ed ai 3 gradi di intervento dell’ESC. Il tutto, lo ricordo, ad un prezzo di partenza di 21.500 €. Cifra alla quale si può ampiamente perdonare, a questa ST, di avere un impianto frenante non così aggressivo ed efficace come ce lo saremmo aspettati – e come l’avrei voluto. Anche perchè, con dei freni migliori, la ST sarebbe stata perfetta. E la perfezione, dopo un po’, annoia. Cosa che la Fiesta ST, invece, non farà mai.