A cura di Claudio Boscolo.
Ve lo posso giurare, io ci ho provato a non prendere un metaforico fucile e sparare subito a zero sull’idea della sprint race e, infatti, ho lasciato passare qualche giorno, condotto la mia normale esistenza, provato ad ignorare la cosa perfino ma… siamo qua.
Apro Instagram, primo post che vedo: annuncio della prima sprint race già nella gara di Silverstone (gli altri due week end saranno Monza e Interlagos).
Ma porca di quella porca.
Il mio training autogeno è subito finito nel cestino.
Con tutti i problemi della F1 moderna c’era davvero la necessità di inserire una “meccanica” del tutto inutile all’interno del weekend di gara?
Sinceramente, no.
Andiamo per ordine, come si svolgerà il nuovo (quanto meno per i 3 week end in cui ci sarà la sprint race) fine settimana di gare?
Venerdì: in mattinata avremo la consueta sessione di prove libere 1 da 60 minuti, il pomeriggio invece avremo le qualifiche per la sprint race del sabato! Proprio lei, il time attack per eccellenza viene spostato al venerdì pomeriggio (la durata resta sempre 60 minuti) con vetture con assetti imperfetti e poco tempo per raccogliere i dati, scagliate subito in pista per il nostro giubilo.
Sabato: mattinata che si apre con le FP2 (perché giustamente ha senso mettere la seconda sessione di libere quando le qualifiche le hai il giorno prima) di 60 minuti e poi, nel pomeriggio, la tanto agognata gara sprint di 100 km senza soste previste, che deciderà l’effettiva griglia di partenza della domenica. Per coloro che dovessero finire a “podio” in questa qualifying race sono previsti dei punti bonus: 3 per il vincitore, 2 per il secondo e 1 per il terzo.
La domenica invece resterà invariata nelle distanze e nelle tempistiche.
Dopo aver letto il programma mi sono sorte principalmente due riflessioni che lascio pure a voi.
La prima, decisamente sconfortante, riguarda la necessità patologica da parte di Liberty Media di cercare lo spettacolo anche dove non dovrebbe esserci, cercando e creando circostanze al fine di trovare l’artificiosa variabile impazzita per avere spettacolo.
Perché parliamoci chiaro, la sprint race nasce dalla necessità di creare mero intrattenimento per recuperare spettatori che si sono allontanati a causa del mortifero dominio Mercedes delle passate stagioni.
Quindi cosa c’è di meglio se non buttare tutto in caciara, in pieno stile americano?
Sperando magari nel “big one” alla partenza con una decina di macchine superstiti che possano partire davanti alle favorite nella gara del giorno dopo?
È verosimile pensare che le qualifiche del venerdì diano un responso totalmente differente da quello che darebbero il sabato pomeriggio in una normale sessione di qualifiche?
Assolutamente no, i valori in campo delle vetture sono tendenzialmente quelli, tuttavia ci troveremmo con piloti costretti a portare al limite vetture con un assetto non perfetto su una pista verosimilmente non perfettamente gommata già dal venerdì.
Un rischio inutile per lo più che, anche se dovesse portare la Mercedes di Hamilton (esempio pour parler) ultima per noie meccaniche o per un assetto impreciso, avrebbe comunque la sprint race (e le FP2 al fine di raddrizzare il tiro dell’assetto) per risalire agevolmente la china (vedi ad Imola) e piazzarsi quasi esattamente dove sarebbe stato altrimenti un normale sabato.
Certo a meno che, come detto prima, non avvenga il classico tamponamento da tangenziale ovest di Milano durante la gara che però mi porta direttamente alla seconda riflessione.
Perché certo, bello il discorso di spending review, budget cap e tutto quanto ne segue ma una seconda gara ha dei bei costi, risultando del tutto anacronistica con la direzione promossa e annunciata dalla F1.
Infatti, pur essendo stata approvata all’unanimità, è stata fatta pressione dagli stessi team affinchè si potesse sforare il budget in caso di incidenti o imprevisti particolarmente cari. Questo sforamento di bilancio è quantificato in mezzo milione per scuderia.
Oltre ai danni possibili in gara c’è anche da considerare che le power unit e i cambi utilizzabili restano sempre della stessa quantità quindi il rischio di una rottura o di una sostituzione extra diventano molto verosimili causando un altro aumento dei costi, affossando così chi è già in difficoltà.
Che dire, cara Liberty Media, ne fai una e ne sbagli due, proprio come Cimabue del Carosello.