A cura di Umberto Moioli.
Tra le domande che più spesso mi pongo ce n’è una che ricorre senza tregua: ma perché non sono nato con la passione per il calcio? Perché tra tutti gli interessi con cui potevo crescere, ho pescato dal mazzo proprio quello dei motori? O meglio, quello della guida – che sotto un certo punto di vista è ancor più deleterio. Perché?
Diciamocelo apertamente, quante volte abbiamo maledetto il giorno in cui abbiamo scoperto i motori? Perché è così, in fin dei conti. Questa è una passione che ci prosciuga continuamente il portafoglio e ci costringe a lavorare come disperati per continuare a comprare pezzi, modificare, cercando sempre di riuscire ad essere un po’ più veloci e ritrovarci ancora una volta con un conto in banca che ricorda il deserto dei tartari. Ci convinciamo che comprare macchine inaffidabili sia qualcosa di figo, che dà al tutto quel sapore “racing” che tanto cerchiamo, salvo poi trovarci a maledirle di continuo ogni qualvolta incominciamo a sentire un suono anomalo – impercettibile per chiunque altro essere umano – capace di mettere a dura prova la nostra tenuta mentale, e cardiaca. E’ una passione curiosa questa, che ci porta a passare più tempo in officina con il preparatore di quanto non ne passiamo con i nostri genitori o con la ragazza, riversando dal suddetto buona parte dello stipendio faticosamente sudato, ed una volta usciti dall’officina dobbiamo metterci pure a pregare che la pattuglia di turno non ci fermi per dare un’occhiata sotto il cofano e soprattutto che nessun altro inconveniente meccanico sorga all’improvviso, così da salvaguardare quel poco che rimane di una bustapaga paragonabile al carbonio in quanto a leggerezza.
Ci sono, poi, quelle mattine o quei pomeriggi in cui non riesci a smettere un secondo di pensare a “1uella” macchina, o quella “project car” che tanto sogneresti di realizzare, esattamente così come la tua mente l’ha concepita. E nel mentre Autoscout diviene un luogo privo di segreti per te, ti ritrovi a passare quattro ore al telefono con i tuoi migliori amici discutendo di specifiche tecniche, a comprarare, ad immaginare, gettando le basi per questo o quel progetto. Ogni tanto, come una stella cadente, fa capolino anche il pensiero che dovresti iniziare a prenderti pure le responsabilità che la vita da adulto comporta, ma… Ah già, stavamo dicendo che dobbiamo trovare il motore da swappare!
Però questa è quel tipo di passione così pura che ti porta a rimanere nel parcheggio del raduno (ormai già finito da un pezzo) fino alle 4 del mattino, a parlare con i tuoi amici di tutto ciò, rimanendo avviluppati in questo mondo fatto di bielle, pistoni e gomme, senza neppure accorgersi del tempo che vola. E della sveglia che invece si avvicina, mentre tu sei ancora a sognare ad occhi aperti, appoggiato alla tua macchina con una sigaretta in bocca. Gettiamo al vento migliaia di euro e giornate intere, è vero; ma per una passione della quale cogliamo tutta la bellezza e l’importanza mentre da soli ci accorgiamo del sorriso raggiante spuntato sul viso mentre ci ritroviamo a raccontare di quella curva fatta “in pieno”, di quella giornata sul passo di montagna con gli altri, o semplicemente mentre, calata l’adrenalina, comprendiamo cosa significhi essere realmente “Felici” mentre prendiamo la strada per la Pit-Lane, dopo essere stati in pista a guidare al massimo ciò su cui abbiamo investito così tanto. E allora, ecco che pur continuando a maledirla, non posso che essere consapevole di quanta fortuna abbia avuto nel nascere con questa passione, una passione che ci toglie così tanto ma che ci restituisce – per quei piccoli lassi di tempo – infinitamente di più. E se non riusciamo a fare a meno di pensarci in continuazione e malgrado tutto non riusciamo proprio a smettere e dire una volta per tutte “basta”, allora sì, ne vale davvero la pena.