A cura di Claudio Boscolo.
È domenica 29 luglio, ti stai preparando per il tuo gran premio preferito assieme ad un paio di amici pregustando la magia di Spa-Francorchamps, quando il meteo decide che non è cosa da farsi.
Inizia il valzer di “start deleyed” cinque minuti alla volta, come la morosa perennemente in ritardo, fino a sfondare le tre ore per uno start che avviene dietro a safety car, in condizioni di visibilità pietose, per qualcosa come tre giri e poco più.
Quattro ore di attesa per vedere la coda in tangenziale di una decina di minuti e rifermare tutto.
Signore e signori, questo è un autentico schiaffo in faccia alle migliaia di tifosi accorsi in condizioni estreme per supportare i propri beniamini.
Perché prima di parlare dell’aspetto prettamente sportivo vorrei, appunto, soffermarmi sul maltrattamento e la mancanza più totale di rispetto ai danni degli spettatori e telespettatori (che sicuramente hanno goduto sì di una prospettiva più privilegiata ma i prezzi degli abbonamenti restano comunque salati).
Quattro ore di attesa per una passerella di pochi giri al costo di centinaia di euro, viaggio escluso, non è qualcosa di accettabile, non nel 2021.
L’aspetto poi che più salta all’occhio di questo weekend di gara è la totale mancanza di polso del race director Michael Masi.
Dapprima, il sabato, sbaglia totalmente la chiamata lasciando i piloti lanciarsi per il Q3 causando lo spettacolare quanto frastornante botto di Norris (nonostante le invocazioni della bandiera rossa da parte di Vettel, quattro titoli mondiali, la butto lì, non il sunday driver di Gran Turismo) e poi, la domenica, opta per tenere in ostaggio sia tifosi che piloti per concludere una farsa degna del peggior teatro ottocentesco, quasi al limite del grottesco.
Penali, contratti, diritti televisivi e poi una figuraccia che demolisce agli occhi della grande massa la già precaria fama della F1 verso le nuove generazioni e tifosi pluridecennali, che sempre meno riescono a districarsi tra regole astruse, gare eterne e deroghe al regolamento tirate fuori su due piedi.
Perché un altro degli aspetti inquietanti di questa domenica ad aspettare Godot è proprio la capacità della Federazione di creare regole e derogarle a proprio piacimento per permettere “il regolare svolgimento della gara”. Ma si dai, aggiungiamola un’oretta di gara perché altrimenti tocca scucire il grano.
E intanto i tifosi aspettano, hanno pagato e prendono bordate di freddo e di noia.
Magari c’è anche chi ha dovuto mollare il posto per non perdere l’aereo. Senza rimborso, ovviamente.
Certo per la propria passione si è disposti ai sacrifici più disparati ma qua, come detto precedentemente, si è trasceso il limite del rispetto verso i supporters.
Nemmeno i piloti sono stati esentati da questo trattamento vergognoso costretti a sopportare il perpetrarsi della tensione dello start per ore.
In questi casi o non si fa disputare l’evento o sarebbe bastato far fare dei giri dietro la safety car per assegnare istantaneamente i punti e poi non costringere piloti, squadre e tifosi ad un’attesa tanto logorante quanto ridicola.
C’è poi una terza via, made in NASCAR: oggi non si può correre? Who cares, facciamo domani con tranquillità.
Invece no, troppi interessi in ballo.
Per quanto Domenicali possa spergiurare davanti alle telecamere, è fin troppo evidente che la mancanza di un rinvio della gara sia stato dettato da clausole derivanti da sponsor e diritti tv.
Dopo ben quattro giorni la Federazione ha solo fatto menzione riguardo al dover beh ecco discutere di questi avvenimenti.
La stessa Formula 1 oggi parla di, cito testualmente, “various options for ticket holders”.
Un modo molto elegante per sottolineare come non abbiano ancora deciso nulla riguardo a dei rimborsi che, a mio parere modestissimo, dovrebbero essere sacrosanti visto la natura disumana del disagio patito.
Vetture dei tifosi impantanate nel fango smosse solo grazie al buon cuore di qualche agricoltore locale, tribune immerse tra acqua e fango, attese snervanti e code kilometriche per uscire dal circuito.
Vogliamo poi parlare dell’aspetto sportivo?
Cosa abbiamo visto? Tutto quello che non si sarebbe dovuto vedere.
Un mero premio alla qualifica senza possibilità di replica, piloti portati a non lottare per mezzi punti in un’ora scarsa di gara, cosa che si sarebbe anche potuta fare nei primi 10 minuti evitando tutto questo disastro.
Per il mio modesto parere avrei optato per una ricalendarizzazione dell’evento, tenendo buoni questi biglietti piuttosto che fare una figura così pietosa.
Di soluzioni possibili ce ne sarebbero state così tante che scegliere proprio la più orribile era davvero difficile.
Complimenti Formula 1, anche oggi l’appellativo di circo è stato ben guadagnato. Continua così.