A cura di Cristian Vaga.
Grazie ad ItalianWheels.net sono potuto entrare in contatto con un mondo di piloti motociclistici, conoscendo anche riders di fama internazionale come Bradley Smith e Claudio Corti. Piloti conosciuti a livello nazionale come Andrea Tomio, e una serie di piloti anche giovanissimi che si stanno facendo le ossa nei vari campionati, come il Motoestate.
Tuttavia, di recente ho avuto modo di chiacchierare con un pilota che prende le corse da una prospettiva diversa: sto parlando di Salvo Sallustro. Pilota di road racing con splendidi risultati nel CIVS (Campionato Italiano Velocità Salita) e ottimi piazzamento anche fuori dall’Italia.
“Come hai iniziato la tu carriera e la tua storia nel mondo delle due ruote?”
“Sono partito dalla Sicilia, la mia regione natale, con il campionato enduro quando ero più piccolo. Da lì, poi, mi sono spostato per esigenze lavorative nel Nord Italia, in Veneto, e lì ho continuato la mia carriera passando alla Velocità: in ambito amatoriale, ho fatto qualche campionato anche a livello europeo, correndo su alcune piste molto famose come Brno, Jerez, Almeira, Portimao. Successivamente ho preso parte a campionati di livello nazionale come Coppa Italia, R1 Cup nel CIV.”
“Come è nata la passione per il road racing?”
“Nel tempo che ho trascorso nei vari campionati, è nato anche l’amore per il road racing, ed è qualche anno che partecipo ad eventi di road racing. Al mio primo anno correvo con la mia prima moto, una R1 del 2002: ci siamo piazzati quinti nel campionato europeo con quella moto. L’anno successivo, anche grazie ad uno sponsor, siamo riusciti a prendere una moto più fresca, del 2018, e da lì siamo riusciti ad inanellare varie vittorie, sia nel campionato europeo che in quello italiano. Quest’anno siamo stati vicecampioni italiani ed europei.”
“Quali differenze principali senti fra road racing e invece gli eventi su circuito? E se volessi sbilanciarti, quale preferisci fra le due tipologie?”
“Personalmente preferisco le road races, e per una ragione: io mi sono fatto da me come pilota, ricordo che quando gareggiavo i primi anni non avevo nemmeno i soldi per un albergo vicino alla pista; dormivo con un sacco a pelo nei box dei circuiti, accanto alla mia moto. Purtroppo tutto il mondo legato al track racing (corse su pista, n.d.r.) dipende molto dal fattore economico, dove chi ha maggiori possibilità di recarsi a provare in pista ha maggiori chances di fare meglio il giorno di gara. Nel road racing, la musica cambia radicalmente: la gara è uguale per tutti, hai tre prove e poi la gara. La strada stessa non è chiusa se non prima dell’evento, il traffico gira normalmente fino a pochissimo prima di un evento. Non ti puoi allenare specificatamente in vista di una gara: livella la difficoltà, ed è lì che escono fuori altri dati interessanti, come la preparazione tecnica, quella mentale, e in generale si vede maggiormente chi ha il manico.”
“Parteciperai al TT dell’Isola di Man quest’anno: come si accede a questa gara? Ci sono degli obiettivi da raggiungere prima, o ci si iscrive come un torneo sanzionato normalmente e si valutano le candidature?”
“Innanzitutto facciamo una distinzione. Il Tourist Trophy si divide in due eventi: il primo è il TT propriamente detto, che si corre sull’Isola di Man con le Superbike, le 1000 per capirci; ma al TT si accede soltanto se nell’anno precedente si è partecipato nel Manx GP. Il Manx GP è identico in tutto e per tutto al TT con le Superbike, però è esclusivo per le categorie minori, come le 600, le 450, le 125, le 250 2T. Il Manx GP raccoglie tutte le altre categorie del motorsport. Per accedere al Manx GP ci sono dei responsabili in ogni nazione che raccolgono e valutano le candidature di ogni partecipante che si iscrive. Va detto che occorre un carnet sportivo di alto livello, perché non è detto che si possa accedere subito al primo tentativo in quanto c’è un numero limitato di posti.”
“Per questo Manx GP, come ti stai organizzando? Porti un tuo mezzo, o farai affidamento ad un team?”
“Andrò sull’Isola di Man supportato da un team: portare un mezzo privato fino là e gestire privatamente l’evento sarebbe davvero troppo dispendioso. Ho scelto un team e un mezzo che sono già sull’isola, e correrò nella categoria 450 GP con una Yamaha. Superata questa tappa, il prossimo anno avremo le carte in regola per partecipare a qualsiasi altra categoria, anche alla Superbike: dipenderà tutto da quello che sceglieremo. Realisticamente, la Superbike è in progetto tra qualche anno: non ha senso fare immediatamente il salto alla classe massima senza avere esperienza dell’evento alle spalle. Credo faremo quest’anno la 450, il successivo la 600 e poi si vedrà.”
“Obiettivi e pronostici per questa edizione?”
“La categoria 450 accoglie piloti new entry ma comunque di spessore a livello mondiale. Penso di potermela comunque giocare, puntiamo alla top five.”
“Oltre al Manx GP, che di per sé è già un impegno bello sostanzioso, quali sono gli eventuali altri impegni che hai pianificato per questo 2022?”
“Sicuramente il campionato europeo e italiano, siamo vicecampioni e ci siamo già iscritti: quest’anno si punta al titolo nazionale, e di far bene nel campionato europeo lottando quantomeno alla pari. Come altro impegno importante e di fama internazionale, stiamo lavorando per partecipare anche alla North West 200, una gara simile al TT che si tiene lungo le coste dell’Irlanda. Come evento è simile al TT dell’Isola di Man, e a tratti è pure più estrema: pensa che lo scorso anno si è registrata la più alta velocità mai toccata in una gara su strada, intorno ai 340 km/h! La grossa differenza col TT è la partenza: se nel TT si parte individualmente, nella North West 200 si parte a scacchiera, come in una gara della MotoGP. Immagina circa 40 partecipanti, che partono contemporaneamente, su una pista creata da normali strade di città, che dovranno sorpassarsi di continuo e stando molto ravvicinati. Se accettassero la mia richiesta, prenderei parte alla categoria Superbike in questo caso; mi troverei gomito a gomito con personaggi di rilievo del BSB (British Superbike, ndr) e del TT stesso, visto che molti partecipanti al TT decidono di prendere parte anche alla North West 200 durante l’anno. Infine, dovrò sicuramente prendere parte ad alcuni eventi su circuito in Italia, in quanto fra i requisiti di accesso c’è l’aver partecipato ad almeno 6 eventi sanzionati ogni anno: molto probabilmente prenderò parte a qualche evento del MES (Motoestate, n.d.r.), farò qualche wild card magari accompagnando anche qualche mio allievo. Valuteremo comunque altri eventuali impegni, visto che seguo anche un’attività didattica con la mia riding school, la 4S Riding School, con la quale alleno e porto in pista nuovi piloti.”
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