A cura di Claudio Boscolo.
Trance, metamorfosi, combattimento: tre punti cardini del viaggio dello sciamano, tre punti cardini della carriera di Alonso.
Saper guidare nel flow, sapersi adattare a categorie e stili di guida diversi e combattere senza arretrare di un millimetro.
Fernando Alonso in questa stagione ha dimostrato di essere estasi alla guida, di rendere l’età subordinata al talento.
E nel gp di Austin abbiamo visto l’ennesima opera esoterica del pilota asturiano.
Non bastava una rimonta furibonda, un incidente che avrebbe costretto chiunque al ritiro eppure lo sciamano di Oviedo aveva qualche magia al proprio arco, ancora un’ultima parola da proferire.
Combattere i demoni di un incidente che vede la punta della propria vettura accarezzare le nuvole mentre ci si dirige a folle velocità verso le barriere, domare la stessa costringendola ad una strisciatina sul fianco, rientrare ai box e tornare in gara.
Una normale giornata da interprete delle volontà ultraterrene del motorsport.
La verità è che Alonso non è solo un pilota, non perde occasione per dimostrare la qualità delle proprie caratteristiche. Quasi mosso da una spiritualità diversa nel proprio rapporto con la vettura.
Lo sciamano ruggisce ancora.
Quando lo fa, tutti possono solo inchinarsi alle sue qualità di un guru della guida.
Non importa che si stia lottando per il “midfield”, i punti o per il podio, la grinta e l’energia espresse dallo Sciamano di Oviedo saranno sempre le stesse.
Non importa che si sia ad Austin in F1, tra le sabbie aride dell’Arabia Saudita su un mezzo da Dakar o sull’ Hunaudières su un prototipo a ruote coperte o ancora sugli ovali di Indianapolis.
La cosa che più colpisce della sua carriera è la capacità di trovare nuove sfide, nuovi stimoli ovunque.
Chiunque sarebbe stato atterrito da un incidente del genere. Non lui.
Dalla diciasettesima piazza alla settima.
Sì perchè, per noi, la comunicazione nottetempo della FIA non ha alcuna rilevanza per una delle rimonte più memorabili della storia moderna.
Che lo si ami o meno, Alonso resta indiscutibilmente uno dei piloti più spettacolari della storia della Formula 1.
Che l’età possa inchinarsi ancora a lungo alla magia espressa in pista.