E’ scontro tra piloti e FIA sulla questione parolacce.
La grande diatriba era iniziata con quel “Fucked” utilizzato da Max Verstappen per descrivere lo stato della macchina durante un’intervista pre-qualifiche a Singapore.
Per una piccola ed innocente parolaccia, utilizzata in maniera assolutamente casuale e non come insulto verso qualcuno, Verstappen fu punito dalla FIA a lavori “socialmente utili”. Tutto ciò avveniva pochi giorni dopo che Mohammed Ben Sulayem, presidente della Federazione Internazionale, esprimeva il suo dissenso sulle parolacce usate durante i team radio.
Una presa di posizione della FIA, in nome di un disegno sempre più “inclusivo” della F1, che ha deciso di trattare letteralmente i piloti alla stregua di bambinoni che devono fare il proprio lavoro dando spettacolo tra i cordoli, senza però potersi minimamente esprimere al di là dei netti confini delle asettiche e politicamente corrette dichiarazioni stampa.
Già solo così siamo al colmo, perché la FIA vuole rendere la F1 uno sport da poter essere guardato dai bambini come alternativa ai Teletubbies, scordandosi però che si tratti di una disciplina in cui il rischio di morte è ancora presente, e così sarà per sempre.
Fortunatamente, in questo panorama di piloti sempre più “castrati”, il caro e “cazzuto” Verstappen aveva preso una netta posizione di dissenso nei confronti della FIA, vendicandosi facendo scena muta durante le interviste pre e post sessioni, ridicolizzando così in mondo visione la Federazione.
Nel frattempo, però, durante la conferenza post-gara del Messico, anche Charles Leclerc si era fatto sfuggire un “Oh Fuck”, raccontando le sue impressioni su quando stava per andare a sbattere a 250 Km/h. Scusandosi immediatamente, seguito da un “Non voglio finire come Max”, il monegasca si è beccato solamente una multa da 10.000 € per la “volgarità”. Multa dal valore doppio rispetto a quella inflitta a Norris in Brasile per falsa partenza. Ovviamente la situazione leclerc è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, aprendo allo scontro tra i piloti e la FIA sulla questione parolacce.
Situazione assolutamente ridicola quando per una parola, detta in stato di totale adrenalina, si dà il doppio del peso rispetto ad una situazione di gara.
Ma cosa stiamo diventando? Un asilo nido? Come se le persone, nella propria vita quotidiana, non usassero qualche scurrilità per esprimere le proprie sensazioni. O forse il pubblico sta diventando tutta un’accozzaglia di bigotti chirichetti? E soprattutto, ma chi le vuole vedere le conferenze stampa se alla fine le dichiarazioni, più che filtrate, sono letteralmente la produzione a tavolino scritta da qualche pudico addetto dietro le quinte?
Fortunatamente i piloti ne hanno avuto abbastanza e, attraverso un comunicato ufficiale della GPDA (Gran Prix Drivers Association), si sono schierati tutti contro questo atteggiamento ridicolo della FIA, criticandola aspramente. La GPDA ha così sottolineato come ci sia una grande differenza tra l’esprimere certe emozioni con un linguaggio leggermente più informale e colorito, rispetto ad esprimere volgarità ed insulti contro persone. La GPDA (che rappresenta tutti i piloti) ha richiesto quindi alla FIA un comportamento meno severo e punitivo relativo alla questione parolacce.
Il testo completo della lettera GPDA alla FIA
Di seguito il testo completo del comunicato GPDA contro la FIA.
“Come in ogni disciplina sportiva, i partecipanti devono rispettare le decisioni dell’arbitro, che piaccia loro o meno. Anche i piloti di Formula 1, nostri membri, ne sono consapevoli e lo accettano. Sono professionisti che gareggiano al massimo livello nel motorsport e ogni fine settimana offrono ai fan uno spettacolo straordinario”.
“Quanto al linguaggio, distinguiamo le espressioni casuali da quelle destinate ad offendere. Parole dette per esprimere frustrazione o descrivere condizioni difficili, come il maltempo o un problema con la vettura, non sono paragonabili a insulti diretti. Invitiamo quindi il Presidente della FIA a usare toni adeguati quando si rivolge ai nostri membri, pubblicamente o in privato. I piloti sono adulti e non necessitano di ammonimenti pubblici su temi di scarsa rilevanza come l’uso di gioielli o indumenti ignifughi”.
“In più occasioni abbiamo ribadito che le sanzioni finanziarie non giovano alla reputazione dello sport e richiediamo maggiore trasparenza sull’assegnazione e sull’utilizzo di tali fondi. Da tre anni chiediamo al Presidente della FIA di chiarire i criteri con cui vengono imposte le multe e come vengono impiegati i proventi. Riteniamo che queste risorse dovrebbero essere gestite a beneficio dello sport, con il contributo di tutte le parti coinvolte: FIA, F1, scuderie e GPDA“.
“Chiediamo dunque un dialogo aperto e costruttivo con il Presidente della FIA, nell’interesse del nostro sport. La GPDA è pronta a collaborare per migliorare il nostro mondo sportivo, per tutti coloro che lo praticano, lo supportano e lo amano”.
Cordiali saluti,
I direttori e il presidente della GPDA, a nome dei piloti di Formula 1”.
crediti: Scuderia Ferrari – F1