Sarà davvero questa la nuova FIAT Panda?
Circolano da qualche giorno foto ufficiali di un brevetto appena rilasciato dai nostri carissimi amici (si fa per dire) di Stellantis. Se, nell’articolo sulla neonata Abarth 600e, li avevamo quasi elogiati, ecco subito che ci tocca tornare sui nostri passi.
Come dite? Sembra un incrocio tra una DR, una Range Rover e una Mahindra? Beh forse avete ragione, eppure si tratta proprio di un progetto tutto italo-francese.
Eh già, perché questa qui, stando ad alcune indiscrezioni (precisiamo, non ancora confermate né negate), dovrebbe essere la nuova FIAT Panda.
Lo so già cosa state pensando, e sì: la nuova Panda sarà sicuramente, al 100%, garantito al limone (cit.), un A-SUV.
Ma perché? Beh perché la moda impone al mercato di sfornare auto sempre più alte, sempre più grandi e sempre più pesanti, ingombranti e scomode da parcheggiare. Una citycar che potevi infilare praticamente ovunque, battuta nel recente passato solo dalle vecchie Smart ForTwo in questa speciale caratteristica, diventa quindi un rinoceronte dall’estetica (non me ne vogliate) cinesizzante.
Il termine cinesizzante è voluto e non casuale: il frontale ricorda tanto, oltre all’indiana Mahindra, le ITALIANISSIME (Dio ce ne liberi) DR, di provenienza appunto cinese. Come ormai d’altronde succede con tante nuove uscite europee: avete visto le foto della nuova BMW iX2? Un’ispirazione ad un mercato con stili e standard lontani dai nostri, ma che evidentemente porta molti soldi e che quindi ci sta lentamente facendo apprezzare ciò che ha da offrire, nonostante di apprezzabile non ci sia effettivamente nulla.
Ma torniamo alla Panda. E torniamo al frontale: chiuso. Sì, è a pile. Ma anche questo, si sapeva. E anche questo, lo chiede il mercato.
Il design anteriore ricorda vagamente (fin troppo vagamente) l’attuale serie della Panda, la “progetto 312” in produzione dal 2012, con i due fanali inferiori che riportano un po’ agli attuali indicatori di direzione (o frecce che dir si voglia) dell’utilitaria torinese. I fanali superiori ricordano invece un po’ la Range Rover Evoque, un po’ la Mahindra KUV100 e un po’ la DR 6.0. Il tutto si conclude con quella magnifica (si fa per dire) “bocca” nera, che tanto ricorda la DR 3.0.
Il posteriore, invece, tende leggermente di più al family feeling di Stellantis: i fanali ricordano la Jeep Renegade, con un lieve richiamo alla nuova Lancia Ypsilon, con quella sporgenza fuori dal baule.
Non si sa ancora nulla di concreto, invece, per quanto riguarda gli allestimenti, le tecnologie a bordo e la gamma motori, anche se abbiamo motivo di credere che saranno simili se non identici a quelli della nuova Citroën C3, e quindi 1.2 ibrido da 101cv e motore elettrico da 113cv.
Quasi nulla di derivante, quindi, dalla tanto amata ed apprezzata FIAT Centoventi, la concept car presentata al Salone di Ginevra nel 2019 da cui si pensava sarebbe nata proprio la nuova Panda.
Le uniche cose che questo strano e, diciamocelo, orribile progetto eredita da quel meraviglioso concept (probabilmente ancora tutto italiano), sono l’essere elettrica e il minimalismo degli interni.
L’interno della bozza del brevetto infatti prevede un’unica unità centrale a far da quadro strumenti ed infotainment, con il resto del cruscotto completamente vuoto, esattamente come nella Centoventi.
Insomma, un altro “grande” colpo di Stellantis, che cestina (almeno per il momento) un ottimo progetto stilistico italiano per far posto ad un’accozzaglia di design uniti nella peggior maniera possibile. Saranno contenti i cinesi? Probabilmente sì, ma di sicuro il successo della Panda non è mai passato da loro. Almeno questa, un’auto così tanto europea, potevano lasciarla fare a noi italiani, che in questo campo non abbiamo da imparare da nessuno.
Che noi italiani, con le piccole utilitarie, ci abbiamo sempre saputo fare.