A cura di Federico Scannavino.

Con un finale di stagione al cardiopalma è andata in archivio anche questa stagione della massima serie americana a ruote coperte che sull’asfalto di Phoenix ha incoronato campione per la prima volta il fenomenale Kyle Larson. Ma quella che veniva pubblicizzata dalla stessa NASCAR come “la stagione migliore di sempre” ha rispettato le aspettative? Assolutamente sì.

Uno dei momenti clou della stagione: lo “stallo alla messicana” dopo il finale di Martinsville tra Hamlin e Bowman.

Una stagione che ha visto gare in circuiti inediti come il Circuit Of The Americas ad Austin e Bristol Dirt, sorpassi spettacolari, duelli fino all’ultimo metro, rivalità in pista e nel paddock, insomma un vero e proprio spettacolo gara dopo gara. Ma uno spettacolo non è nulla senza gli attori principali. Il controverso sistema dei Playoff stavolta ha funzionato ed ha premiato i 4 piloti più meritevoli e costanti durante la stagione: la nuova stella Kyle Larson, il preferito dai fan Chase Elliott, l’esperto Martin Truex Jr. e il nuovo “signore oscuro” Denny Hamlin.

La Championship 4: da sinistra Denny Hamlin, Martin Truex, Chase Elliott e Kyle Larson.

Fino all’ultimo centimetro i 4 hanno lottato per la vittoria di una stagione dominata dal neo campione, che ha anche eguagliato il record del mitico Jimmie Johnson per numero di vittorie in una stagione (10). Traguardo ancora più grandioso se si ricorda che un anno fa la carriera di Larson era data per finita dopo che si era trovato senza sedile e senza sponsor, in seguito ad un “incidente” durante una gara su I-Racing in cui aveva pronunciato una parola proibita nel vocabolario americano del 21esimo secolo. Ma Rick Hendrick sa riconoscere il puro talento e ha voluto dare una seconda possibilità a “Yung Money”, e non si può dire certo che Kyle non l’abbia sfruttata a pieno, mostrando al mondo cosa è capace di fare dietro ad un volante in una delle storie di redenzione più belle della storia del motorsport.

Larson che alza al cielo la Bill France Cup.

Tutto questo prepara il palcoscenico per la prossima stagione che ha il potenziale per essere ancor più spettacolare: nuove auto che tornano molto più fedeli al concetto di stock car, nuove promesse come Christopher Bell e William Byron che daranno filo da torcere ai campioni, nuovi circuiti e vecchie e nuove rivalità. Si ricomincia il 6 Febbraio al L.A. Memorial Coliseum (il famoso stadio delle Olimpiadi del 1984) con il Busch Clash, una sorta di prologo fuori campionato di 500 giri per sancire l’inizio delle ostilità. Noi saremo qui per raccontarla e non vediamo l’ora di farlo.

Un pensiero su “NASCAR 2021: UNA STORIA DI DOMINIO E REDENZIONE”

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