Non so quanti di voi mi conoscono, quindi nel dubbio mi presento. Sono Alessandro, ho 27 anni, studio storia all’università e scrivo per ItalianWheels.net dal 2020. Le gare automobilistiche sono sempre state una delle mie passioni, anche se a dire la verità fino a vent’anni ho seguito solo Formula 1 e MotoGP. Poi degli amici su un gruppo Facebook mi hanno consigliato di guardare l’endurance, e così seguii la mia prima 24 Ore di Le Mans commentandola insieme a loro.
Rivelazione: a Le Mans ho visto tutto ciò che mi era sempre mancato dalla Formula 1: strategie pensate sul lungo periodo, colpi di scena, tensione alta per più di quindici minuti nell’arco della gara. Quel giorno ho scoperto che l’endurance era la mia passione, e da allora ho seguito il WEC molto di più di quanto non avessi mai fatto con la Formula 1.
Facciamo un salto in avanti. Un giorno non precisato del 2020 vengo invitato da Claudio a partecipare all’ItalianWheels Late Night che allora veniva mandato in onda su Facebook. In quanto uno degli admin della pagina di meme Charles Leclerc trapana eterosessualità ero stato invitato come ospite per una puntata. Dopo una piacevole serata a parlare di cazzate e motorsport, sempre Claudio mi fa la proposta.
“Ti va di scrivere con noi?”
“Ehm, ok.” Wow, un’opportunità per dire la mia sulle gare. E ho finalmente una scusa per perdere intere giornate davanti alla tv. “No guarda mamma adesso non posso, devo vedere come finisce la gara e poi fare il post sulla pagina.”
Tra alti e bassi, covid e momenti personali non semplici passano gli anni. Scrivo sempre di più e cerco di capire cosa piace a me e a chi mi legge. Poi un’altra proposta.
“Rizzu andiamo a vedere la 24H Series al Mugello?”
“Ah, ma quindi posso davvero richiedere un accredito media per andare a vedere una gara?”
Questo è stato il mio primo pensiero. Un weekend che per me può essere riassunto in una sola parola: delirio. Corri di qua, corri di là, cerchi di essere sempre dove serve, fai video, fai foto, chiedi interviste, corri 25 km trai box e la sala stampa in una sola giornata, ti godi un buon bicchiere di vino alla fine del venerdì di gara tra i camion nel paddock (successo davvero). Ho raccontato il weekend in una serie di articoli QUI, se volete recuperarli.
Poi non ho fatto molto altro nel 2022. Oddio, l’European Le Mans Series è stato un bel traguardo per il mio secondo weekend da “giornalista in pista”. Non sono riuscito a vedere il WEC a Monza, ma va bene lo stesso. Alla fine ho dovuto vivere tutto questo come un hobby, la mia priorità era finire l’università e a diverse occasioni ho dovuto dire di no perché dovevo studiare.
Quest’anno invece… Quest’anno abbiamo tirato fuori idee niente male per questa pagina. Progetti che mi fanno credere che quest’hobby bellissimo possa a tutti gli effetti diventare qualcosa di più. Non posso dire altro (leggasi “non voglio, che non si sa mai”), quindi la chiudo qui. Speriamo che il 2023 in pista mi porti fortuna quanto il 2022.
Negli ultimi cinque minuti vi sarete chiesti: “Perché sta raccontando la sua storia? Non me ne frega un cazzo”. Innanzitutto grazie per l’empatia, sempre molto apprezzata. Ora vi svelo anche il vero obiettivo di questo articolo.
In quest’anno girato tra i box di Monza e del Mugello, di giovani che facevano il lavoro che facevamo io e Claudio, c’erano solo due persone: io e Claudio. Praticamente tutti i giornalisti e blogger che vedevamo in sala stampa o nel paddock erano abbondantemente oltre la quarantina, se non più anziani.
Fermi fermi fermi. Non sto inveendo contro i “vecchi di merda”. Giornalisti un po’ più anziani possono essere bravi quanto giornalisti giovani, se non di più grazie al loro bagaglio di esperienza. Ma quando queste persone un giorno andranno in pensione e si ritireranno da questo mondo, chi ci sarà a prendere il loro posto? Guardandomi intorno mi viene da dire “nessuno”.
Quindi chiudo con un’esortazione ai giovani che stanno leggendo questo articolo. Buttatevi in questo mondo. Scrivete con noi su ItalianWheels.net se volete, scrivete da un’altra parte se vi stiamo sul cazzo, ma scrivete, andate agli eventi, chiedete gli accrediti, fate interviste, fatevi vedere. Dimostrate che qui in Italia non c’è solo la Formula 1, ma c’è una passione per tutte le gare, per il solo essere semplicemente delle gare. La 24H Series non vi negherà mai un accredito se farete questo lavoro con passione e dedizione.
Non lo farà neanche il GT Open. E dal piccolo potreste un giorno anche voi puntare in alto e arrivare dove non avreste mai pensato fosse possibile. Io per primo non pensavo di potercela fare, e magari non ce la farò. Sono ancora un sacco timido, e mi viene l’ansia quando devo chiedere un’intervista. Ma almeno sono soddisfatto di ciò che ho fatto finora, e tra vent’anni potrò riguardarmi indietro e dire: “La foto con il campione del mondo Sabino De Castro ce l’ho solo io”.