A cura di Giuseppe Di Florio.
A partire dalla creazione negli anni ’70 il circuito di Spa-Francorchamps ha subito innumerevoli modifiche nel corso del tempo, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto della sicurezza. Situato nelle foreste del Belgio e dalla lunghezza di 7 km, Spa è famoso per le sue curve caratteristiche che hanno regalato duelli memorabili, gare mozzafiato ma sfortunatamente anche gravi incidenti, alle volte con un epilogo fatale.
Dal 15 novembre dello scorso anno le ruspe sono entrate in azione per modificare ulteriormente il leggendario circuito belga, andando a demolire gli spalti (che verranno spostati più indietro) al fine di ampliare le vie di fuga, così da ottenere la doppia omologazione FIA-FIM. Grazie alle attuali mofidiche, infatti, Spa-Francorchamps potrà ampliare il proprio calendario di eventi sportivi non più soltanto alle macchine da corsa ma riaprendo le porte (finalmente) anche alle Superbike, riportando così la 24 Ore del EWC. Sarà la terza 24 ore che andrà ad affiancarsi al Bol d’Or e a Le Mans.
Spa, che si terrà nel week-end del 4-5 luglio, sarà la tappa conclusiva del tour europeo, prima di volare in Giappone per la celebre 8 Ore di Suzuka. Ma c’è di più, perché non saranno solamente le Superbike del Mondiale Endurance a tornare tra i cordoli del circuito belga: anche la MotoGP infatti tornerà a correre a Spa, re-inserendo in calendario un Gran Premio la cui ultima edizione si tenne nel lontano 1990.
Parlando del lay-out della pista, le curve che hanno subito modifiche sono l’Eau Rouge-Radillon, la 6, la 7 e la 8, e la 16 e 17. Nessuna paura però, perché il tracciato è rimasto il medesimo: le vere novità riguardano le ampie vie di fuga, adesso in ghiaia, pronte a fermare i piloti in caso di scivolata ma anche a definire un più severo limite della pista, che non perdonerà più l’errore di un “lungo”.