A cura di Claudio Boscolo.
Un ruggito partito da lontano, quello dei 670 cavalli della Ferrari 488 Challenge Evo, che in una manciata di secondi si divora l’asfalto davanti a sé fino a culminare in sei rapidi colpi di fucile, segnale inequivocabile che la vettura ha imboccato la Prima Variante con tutta la rabbia in corpo necessaria per dare la caccia al tempo sul giro.
Questa è l’istantanea uditiva che si presenta al mio arrivo, sabato mattina, nel media center dell’Autodromo Nazionale di Monza come prima esperienza da media accreditato per il Ferrari Challenge.
Entusiasmo e quel pizzico di ansia sono le emozioni che mi guidano mentre varco la soglia della sala stampa per prendere posto al mio spot dove seguire il weekend di gara.
Poi quel ruggito, che per un istante riesce ad alienarmi da tutto quanto e traslarmi alla grande vetrata che offre l’iconico affaccio sul rettifilo principale. Definire quell’attimo a parole non è poi così semplice e, infatti, il magnetismo della vetrata con le vetture che scorrono sotto ai miei piedi in pit-lane e in pista mi tiene in ostaggio per svariati minuti.
Certo, il dispiacere nel vedere l’enorme tribuna centrale deserta è tanto, tuttavia bisogna accantonare questa sensazione e tornare a prendere posto per annotare i tempi delle qualifiche riservate a gara 1 della Coppa Shell.
La partenza dal palo per la prima gara del Ferrari Challenge 2021 va ad Alex Sartingen, seguito da Kirchmayr e Schiavoni.
Va in archivio così la mattinata di sabato e, con il pranzo, arriva anche Stefano, il mio compagno di avventure per questo week end denso di emozioni e di lavoro. Inghiottito il pasto è ora di andare ad esplorare la zona box e la pit-lane.
L’inconfondibile ronzio delle pistole per pneumatici, il riecheggiare del metallo dei carrelli delle gomme, il brusio dei discorsi tra ingegneri e piloti fanno da sottofondo al nostro tour nei vari box.
Con l’avvicinarsi dell’orario prestabilito per le prime qualifiche del Trofeo Pirelli fa capolino un silenzio quasi irreale.
Tensione, concentrazione e ansia.
Tutto questo viene interrotto solo dal sommesso ringhiare dei motori in fase di accensione. Stefano va a prendere posizione in Prima Variante per scattare mentre io resto a godermi i rituali dei vari piloti prima di abbassare la visiera e lanciarsi alla caccia della pole position.
Pochi istanti prima del via raggiungo la mia postazione in sala stampa per prendere nota e seguire, analogamente alla mattinata, chi riuscirà a portare a casa la pole position.
Luka Nurmi, diciassette anni ancora da compiere e tantissimo talento in tasca, è il pole sitter di gara-1 del Trofeo Pirelli, il giovane finlandese ha dato prova di grande velocità tanto da essere in grado di tenersi dietro grandi specialisti della categoria come Vyboh e la velocissima Iron Dame Michelle Gatting.
Per intenderci mentre tutti noi giocavamo a GTA San Andreas, il piccolo Luka vedeva la luce.
Tempo di prendere una mezz’ora di respiro e confrontarci sugli scatti effettuati e sulle impressioni generali che è nuovamente il momento di far tornare a ruggire i motori
Ancora una volta resto quasi sopraffatto dalla ventata di emozioni, sguardi, concentrazione e tensione che si possono assaporare negli attimi prima dello start.
L’atmosfera della pit lane alterna fasi concitatissime ad altre di calma surreale.
Dietro ogni visiera si cela lo stesso sogno, la stessa voglia di vincere e la stessa passione, dal pilota sedicenne esordiente all’amatore, passando per chi questa stagione affronterà European Le Mans Series e WEC. Ed è proprio in questi istanti, che separano il pilota dall’allinearsi sulla griglia di partenza, che la categorizzazione PRO, PRO-AM e AM diventa una mera chiazza colorata a fianco del nome in grafica.
Allo start la tensione è la stessa per tutti.
Le vetture escono dai box inferocite per guadagnare così la propria posizione per la partenza.
Via una dietro l’altra per due ripetuti passaggi nella pit-lane al fine di saggiare le condizioni dell’asfalto e mettere più temperatura possibile nelle gomme.
Salgo così nuovamente in sala stampa per riuscire a godere dello start da una visuale privilegiata.
Il frastuono di una ventina di 488 Challenge Evo pronte per dare spettacolo incombe sotto la vetrata “and… It’s lights out and away we go!”
Un arcobaleno di vetture si accalca sotto la postazione e prosegue in un rullo di tubi di scarico, la gara è partita.
Nonostante un lieve problema tecnico, durante la gara, Weiland riesce a portare a casa la coppa seguito da Kinch e poi da Kirchmayr. Podio, inno americano e via, sotto a chi tocca per la seconda gara di giornata nonché primo appuntamento del Trofeo Pirelli, la massima serie del Ferrari Challenge.
Il copione del pre-gara è sempre lo stesso ma, al tempo stesso, così diverso.
Sono di nuovo in pit-lane a sentire l’adrenalina che sale. Le vetture si schierano ed è nuovamente luce verde.
Alla fine a spuntarla, alla bandiera a scacchi, è Michelle Gatting, superba nel riuscire a recuperare diverse posizioni allo start e non restare coinvolta in contatti al via. Cosa che purtroppo non possiamo dire di Nurmi, out dopo pochi istanti dal via per un contatto.
Gli standings a fine gara recitano: Gatting, Vyboh e Wartique.
Con il podio di gara1 del Trofeo Pirelli si conclude anche la nostra prima giornata all’interno dell’Autodromo Nazionale di Monza. Io e Stefano ci salutiamo poiché è ora di rincasare e rilassarsi, la domenica si preannuncia come grande giornata di motorsport.