La 24 ore di Daytona che si è conclusa ieri ha rappresentato la vera essenza del termine “gara di resistenza”. In 23 ore e 58 minuti (la bandiera a scacchi è stata esposta con un giro di anticipo) più di metà dei partecipanti ha subito problemi che li hanno visti costretti al ritiro o a un ritardo insormontabile. Ma andiamo con ordine e ricapitoliamo l’evento per le diverse classi.

GTP
La vittoria è stata conquistata con la forza dalla Porsche #7 (Cameron-Nasr-Campbell-Newgarden), davanti alla Cadillac #31 di Action Express (Derani-Aitken-Blomqvist). Dopo un inizio un po’ lento per la Porsche, il duello tra i due equipaggi si è acceso nella notte ed è continuato fino all’ultimo giro. Il sorpasso della vittoria per Nasr è avvenuto ai box durante l’ultimo pit stop, con un pit stop perfetto che gli ha permesso di mettersi davanti a Blomqvist. Completa il podio la Acura #40 (J. Taylor-Deletraz-Herta-Button), piagata da problemi tecnici come la vettura gemella (R. Taylor-Albuquerque-Hartley-Ericsson), costretta invece al ritiro. Stessa sorte è andata all’altra Cadillac (van der Zande-Bourdais-Dixon-Palou), costretta al ritiro durante la notte per un problema meccanico.

Quarta posizione per l’altra Porsche di Penske (Tandy-Jaminet-Estre-Vanthoor), davanti alle due Porsche clienti. Quinta Proton (Bruni-Jani-Picariello-Dumas), e sesta JDC-Miller (van der Helm-Westbrook-Hanson-Keating). Questa è una prova di forza per Porsche, unico costruttore nella categoria a non aver sperimentato problemi tecnici. Infine troviamo le due BMW, sul passo per vincere solo durante la notte e anche loro piagate da problemi tecnici vari.

LMP2
Per le LMP2 la gara è stata come sempre caotica e incredibilmente avvincente. Le prime ore di gara hanno visto una moria incredibile di auto, soprattutto a causa di incidenti, facendomi tornare in mente i bei vecchi tempi delle LMP3. Gli infiniti duelli e cambi di strategia hanno alla fine coronato Era Motorsport (Merriman-Dalziel-Zilisch-Rasmussen), davanti a Crowdstrike by APR (Kurtz-Braun-Sowery-Jakobsen) e Riley (Robinson-Fraga-Burdon-Massa).

GTD Pro e GTD
Come nella Spotter Guide riuniti per costruttore, per comodità anche vostra che leggete.

Possiamo dire che il marchio vincitore di questa edizione della 24 ore di Daytona è Ferrari. Vittoria per Risi in GTD Pro, che nella notte sembrava aver perso le speranze a causa di un problema alla pompa di benzina che aveva fatto perdere parecchio tempo. Alla fine, non solo il tempo perduto è stato recuperato, ma alla fine tutti gli altri sono stati doppiati di almeno un giro. Benissimo anche nella categoria GTD, in cui le 296 di AF Corse, Conquest e Triarsi conquistano rispettivamente la seconda, terza e quarta posizione. Grande rammarico per Cetilar, costantemente la migliore delle Ferrari fino a un problema verso l’alba che ha causato ben otto giri di ritardo.

In GTD la vittoria è andata alla Mercedes di Winward Racing, che insieme alla Mercedes di Korthoff/Preston Racing (arrivata solo quinta) si è contesa la testa della corsa per l’intera durata della gara.

Per tutti gli altri marchi la gara è stata un calvario. Le due Corvette GTD non hanno visto il traguardo, e le Pro hanno avuto problemi che le hanno costrette a lunghe soste in garage. Per Lamborghini solo le Iron Dames sono state in qualche modo in gara fino alla fine, tutti gli altri team hanno sperimentato problemi e incidenti nella prima parte di gara. Doppio DNF per Lexus, la Pro a inizio gara per un contatto con una LMP2, la GTD a meno di un’ora dalla fine per un incendio al motore.

Insomma, il grande sconfitto di questa 24 ore di Daytona, possiamo affermare che è l’affidabilità.

Bene ragazzi, e anche questa è andata. L’appuntamento con il grande endurance è per il 2 marzo con l’inizio del WEC in Qatar. Alla prossima!

Di Alessandro Rizzuti

Laureato in storia e bassista metal a tempo perso, fermamente convinto che sotto le sei ore si parla di gare sprint. Ogni tanto faccio qualche articolo ironico, sperando di essere divertente almeno su internet.

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