Abbiamo incontrato Franco Uncini, campione del mondo della classe 500 del motomondiale nel 1982, all’interno dello stand Suzuki, presente nella splendida cornice di Piazza San Carlo a Torino, in occasione dell’Autolook Week nella giornata di sabato.
Quello che ci ha colpito fin da subito è stata l’incredibile umiltà e disponibilità dell’ex pilota Suzuki.
Dopo aver preso posizione accanto alla sua Suzuki RG Γ 500 abbiamo iniziato a chiacchierare.
La prima domanda che abbiamo fatto a Franco Uncini, ovviamente, riguarda il suo ritrovarsi e guidare nuovamente questa moto tanti anni dopo il titolo vinto, nel circuito posto per l’esibizione.
“Ho riguidato dopo un po’ di anni questa moto qua, devo dire che è sempre emozionante, poi devo dire che il suo sound mi ricorda dei momenti storici bellissimi.”
Abbiamo poi chiesto quali fossero le sue sensazioni a rivivere la vestizione ed i rituali di gara anche solo per un’esibizione e Franco, con uno splendido sorriso e uno sguardo ai ricordi ci ha risposto:
“E’ emozionante, bello perchè sai alla fine son passati più di quarant’anni, è veramente emozionante.”
Sempre sull’onda dei ricordi avevamo l’obbligo di chiedere quale fosse il ricordo più bello, con la sua Suzuki, della splendida cavalcata del 1982.
” Allora sono tanti i ricordi belli, bellissimi però ovviamente le gare entusiasmanti sono state tante. Però su tutte vincere il gran premio di casa, non al Mugello perchè lì caddi per un eccesso di euforia e mi feci male.
Quindi la vittoria del Gran premio di Misano è una delle cose che ricordo con più piacere, certo anche le altre non sono da meno però vincerlo in Italia è la cosa più emozionante.”
Oltre ai ricordi facciamo una piccola chiosa su quelle che sono state le difficoltà ed i pregi di questa Suzuki
” Allora più che le difficoltà della moto è stata la difficoltà nella concentrazione. Perchè, dopo aver vinto il mondiale con delle gare d’anticipo, in queste gare rimanenti ero troppo rilassato e ho fatto più errori che cose giuste.
Questa è l’unica cosa che mi dispiace e che rimpiango dell’ultima parte della stagione.
Per quanto riguarda le cose positive di questa moto è che mi sono trovato bene sin da subito, una guidabilità eccezionale.
Avevo soprattutto la parte frontale che mi dava grande fiducia, il punto forte mio era proprio l’ingresso in curva dove facevo la stragrande maggioranza dei sorpassi agli avversari. Una gran frenata e la grande velocità di percorrenza ad ingresso curva.
Questo è stato il punto forte del binomio, era come se fosse stata disegnata per me da tanto mi trovavo bene.”
Dopo aver affrontato la parte riguardante la moto abbiamo fatto un giro, nei ricordi, di quelli che più sono risultati ostici e quelli che più sono stati graditi da Franco Uncini.
” In carriera tra i circuiti meno graditi sicuramente Nogaro, dove nessun pilota si trovava bene. abbiamo avuto poi qualche problema con il circuito di Spa Francorchamps. Strano a dirsi, invece, uno dei circuiti che mi piaceva di più è stato Assen.
Dove poi nel 1983 ebbi un bruttissimo incidente.
Devo dire che quell’incidente aveva ben poco a che vedere con il circuito, ovunque sarebbe stato identico. Mi piacevano anche Misano e Silverstone che quell’anno lì era molto veloce. Infatti l’ultima gara vinta in quell’anno fu proprio a Silverstone.”
Ed è proprio la menzione all’incidente di Assen a fornirci uno spunto di riflessione su quanto sta accadendo nel motociclismo in pista, soprattutto nella parte amatoriale con troppi decessi durante gli eventi ed i trofei.
Chi meglio di Franco Uncini, membro della Safety Commission della MotoGp fino allo scorso anno può darci una risposta.
” Non vedo l’ora che finisca questo anno, si stanno accumulando un po’ troppi numeri (di incidenti ndr.), sono un po’ preoccupato per questo. Poi sai passano dei periodi di sfortuna, per cui credo che sia anche una cosa sfortunata perchè non è cambiato nulla negli ultimi anni per cui non vedo perchè si sia venuto a creare questo insieme di problemi. Ci sarà da vedere e studiare cosa sia possibile cambiare in termini di sicurezza.
Però sai i circuiti non hanno proprio una colpa, stanno capitando degli incidenti di una tipologia “abbastanza banale” però è quello su cui abbiamo pensato tante cose ed è quasi impossibile trovare una soluzione ad ora, con i mezzi che abbiamo oggi a disposizione a livello tecnologico. Questo non vuol dire che abbiamo abbassato la guardia ma continuiamo a fare ricerca e ricercare soluzioni che siano possibili per diminuire questa quantità di incidenti.”
A proposito di sicurezza, è sempre opportuna una chiosa anche sui “Misano curbs“, i cordoli che progressivamente aumentano di gradazione per ostacolare l’abuso dei track limits.
” Sono uno studio fatto da noi con i piloti, a suo tempo abbiamo fatto anche i “double curb” studiati assieme alla F1. Adesso abbiamo introdotto i “Misano curb”, chiamati proprio così perchè il primo circuito ad accettare questi cordoli e di fare il test è stato proprio Misano. L’esperimento ha funzionato tantissimo nelle curve dove è stato posto (7 e 14), in ambedue le curve l’abuso di track limits è stato ridotto dell’80%! E’ una misura enorme e vuol dire che sta funzionando bene.”
Siamo poi finiti a parlare di uno dei circuiti che ha copiato la soluzione, ossia Jeréz de la Frontera
” Anche Jeréz ha riportato la soluzione ma ci sono anche circuiti nati con questa filosofia, come per esempio quello in Indonesia che è nato con i cordoli negativi in frenata (-2.5) ed entrata cordolo positivo (+2.5) perchè è una richiesta FIA.
L’uscita ricalca proprio i Misano curb appunto per impedire i track limits“.
Ci spostiamo nuovamente su quello che è l’evento a cui sia Franco che Suzuki hanno partecipato, ossia l’Autolook Week di Torino con una piccola curiosità sulla guida sul pavè.
” La manifestazione è stata meravigliosa, mi spiace non esserci stato lo scorso anno perchè, nonostante avessi avuto l’invito, perchè ero fuori dall’Italia.
Sono stato molto felice di averla fatta quest’anno perchè vedo tanta gente e tantissimi appassionati, esperienza molto positiva.
Per quanto riguarda il pavè beh non è solo quello il problema ma anche guidare la moto a bassissime velocità con le temperature che salgono e la frizione che tende ad impastarsi però fare questo per due giri va più che bene!”
Ringraziamo ancora una volta Franco Uncini per la disponibilità e la gentilezza e ringraziamo anche Suzuki Italia per averci concesso questa opportunità.