A cura di Cristian Vaga.
La telenovela spagnola continua, e nemmeno troppo in senso ironico: è notizia di stamane la scelta di Monster Yamaha Racing di sospendere Maverick Viñales e di fatto fargli saltare il GP di Austria in programma per domenica, rendendolo noto a neanche 24 ore dall’inizio effettivo del weekend.
E se posso sbilanciarmi un istante, vorrei dire: grazie Yamaha.
Grazie Yamaha perchè, sebbene io difenda sempre tutto e tutti dando anche seconde, terze e quarte chances, quello che e trapelato dai dati raccolti domenica è assolutamente inammissibile. Secondo la telemetria, Viñales avrebbe volutamente raggiunto il limitatore durante il rientro ai box nel penultimo giro del GP e più a caso durante gli ultimi due giri che ha corso, dove ha segnato tempi più lenti di cinque e oltre secondi rispetto al suo passo gara standard.
Si può superare il limitatore in una moto in un solo modo, ossia deliberatamente tirando la leva della frizione e spalancando il gas. Le conseguenze ci sono in termini di velocità (che cala) e in termini soprattutto di usura delle componenti del motore, visto che viene portato a girare oltre quanto dovrebbe: e come spiegato dai tecnici, quest’operazione è puramente volontaria, in quanto i giri vengono fermati prima di andare oltre la “zona rossa” del tachimetro.
Quindi abbiamo conferma che Viñales abbia tentato volontariamente di far “saltare“, o quantomeno compromettere, la sua power unit nel giro di rientro prima del ritiro. Cosa naturalmente negata dal numero 12, che invece accusa il team di avergli cambiato gomme, frizione e setup al motore nella pausa durante la bandiera rossa. Ovviamente Yamaha nega tutto questo lavoro di sabotaggio, zittendo anche il padre di Viñales che urla al complotto in quanto il contratto che lega Maverick a Yamaha scade a fine anno e che quindi Yamaha si disinteressi del figlio.
Ed è qui che si apre lo scenario interessante: Aprilia, vista dal numero 12 come la Terra Promessa in provincia di Noale, dista almeno ancora 7 weekend di gara (tolto questo che ormai è soppresso), e di sicuro Aprilia non può fare un magheggio silurando senza motivo Lorenzo Savadori: sullo stesso piano, Noale non dovrebbe avere la chance di schierare 3 RS-GP per sette weekend e pagare Viñales, ammesso che Yamaha tagli il contratto subito. Ma sempre la stessa Aprilia potrebbe ora chiedersi: ha senso dare la nostra moto a un pilota che, se non va tutto come chiede lui, arriva all’autosabotaggio pur di mostrare che gli è stato fatto un torto? Non sarebbe meglio darla a un Dovizioso che, seppur anche lui col suo carattere, ha mostrato di essersi un attimo calmato e reso più modesto, macinando decine di km sulla RS-GP come test rider? O di lasciarla magari a qualcuno in salita dalla Moto2, come Fabio DiGiannantonio che fra l’altro è già promesso sposo 2022 a Gresini Racing?
Non stiamo parlando di un rookie di 20 anni completamente montato di sè arrivato per vie traverse in MotoGP: stiamo parlando di un ventiseienne, di un pilota che in Yamaha siede dal 2017, che ha sempre malvisto il non essere prima guida (dite come volete, ma se il tuo compagno di team ha il 46 non sarai mai prima guida) e che, annichilito nell’1 contro 1 quest’anno da un ottimo Fabio Quartararo, ha completamente perso la testa fino a punti prima inimmaginabili. Azioni che fanno riflettere e rivalutare l’intero percorso in MotoGP fatto finora, perchè al massimo livello un errore lo paghi caro, sia in pista che fuori.
Ovviamente per me è semplice dare pareri e opinioni, ma se fossi in Viñales inizierei a sondare il terreno in altri scenari dove portare o potenziare il suo racing team e fare il pilota-manager; perchè credo fortemente che dopo quel pomeriggio in Stiria, molte se non tutte le porte della MotoGP potrebbero essersi chiuse a due mandate, o quantomeno appoggiate.