Devo essere brutalmente sincero: spesso sono stato troppo critico verso la Porsche 963.
Finalmente, dopo la stagione 2023 di rodaggio, si stanno vedendo le potenzialità della LMDh di Stoccarda.
Da Daytona a Daytona, Porsche ha saputo fare un lavoro di progresso e di affidabilità estremamente notevole.
Nel 2023, gara di esordio per questa LMDH creata su telaio Multimatic, si sono visti pesanti limiti di affidabilità, con la prima delle due vetture Penske solo in quattordicesima piazza.
Addirittura dietro alle LMP2!
Insomma il progetto 963 sembrava far storcere il naso a moltissimi addetti ai lavori, soprattutto se confrontati con la solidità di Cadillac e di Acura (pressioni delle gomme a parte).
Se l’inizio in IMSA sembrava dei meno promettenti, nel WEC eravamo poco distanti.
Sebring abbastanza disastrosa dal punto di vista della performance, certo i bump non sono mai di facile interpretazione, tuttavia Porsche si è ritrovata fanalino di coda, davanti soltanto alla Ferrari #51 incidentata ed alle ritirate Glickenhaus, Peugeot e Vanwall.
Distacco finale di ben quattro giri da Toyota vincitrice e due giri dal podio di Cadillac, diretta rivale LMDh.
D’altro canto, nella gara IMSA di Sebring, Porsche ha dimostrato miglioramenti arrivando a podio.
Il salto decisivo di qualità in IMSA c’è stato con il primo acuto a Long Beach con vittoria e terza piazza.
Una scintilla che si è rivista anche nel WEC con il podio di Portimao.
Da qua la 963 dimostra di avere un grandissimo potenziale che però riesce a sfruttare solo parzialmente.
Infatti l’andamento sia nella stagione WEC che IMSA è un’altalena di risultati.
Una Le Mans abbastanza disastrosa ha poi costretto Porsche a trovare il bandolo della matassa.
Il vero “turning point” per la 963.
Forse la gara peggiore.
Una gara flagellata da errori e problemi tecnici che ha mostrato tutto il limite della vettura e che ha costretto la casa di Stoccarda al cambio di passo.
D’altro canto c’è da dire che Porsche non è soltanto Penske.
Infatti anche i team “clienti” Jota, Proton e JDC spesso hanno detto la loro tra WEC ed IMSA.
Di Jota ha stupito la capacità di essere da subito veloce tanto quanto Penske, specialmente a Spa.
Stesso discorso ma in chiave IMSA per JDC, capace spesso di mettersi almeno una delle due Penske alle spalle per tutto il finale di stagione.
Proton, sebbene un inizio più difficile, specie nel WEC, ha saputo raccogliere uno splendido podio alla Petit Le Mans nell’ultimo appuntamento IMSA.
Il 2023 possiamo dire che sia stato altalenante per questa giovane e, a tratti, promettente LMDH.
Altalena di risultati che però porta la 963 di Penske in terza posizione finale nel WEC come costruttore e come quarta in IMSA.
Arriviamo così alla 24 Ore di Daytona 2024, una gara che dovrebbe sancire lo step up di quasi tutte le LMDH/GTP dopo una stagione di rodaggio e scoperta del mezzo.
Una gara che ha rivelato e svelato quanto Porsche 963 può effettivamente dare a livello prestazionale dopo un duello superbo con Cadillac.
Non solo la componente “corpo a corpo” con Nasr sugli scudi per la freddezza e la capacità di sfruttare il traffico a proprio favore nei momenti più concitati.
Parlo anche dei tempi sul giro a partire dalla sessione notturna dove Porsche ha fatto il cambio di passo.
Non sto solo parlando di Penske ma anche di JDC e Proton che hanno dimostrato grande qualità in gara con pochissimi problemi se comparate alle concorrenti.
Cadillac ha visto solo una vettura su due prendere la bandiera a scacchi, Acura uguale.
BMW ancora dispersa con un ritardo a causa di problemi tecnici rispettivamente di tredici e quindici giri.
Porsche ha visto quattro vetture su quattro tagliare il traguardo di cui ben tre in top cinque.
A livello prestazionale Porsche e Cadillac hanno dimostrato di essere in netto vantaggio in IMSA, ora a marzo la curiosità sarà nel vedere i progressi rispetto agli avversari WEC.
La speranza è vedere Porsche avvicinarsi a Ferrari, il potenziale c’è.