A cura di Claudio Boscolo.
DTM, una sigla che da sola ricorda immagini gloriose con vetture che hanno fatto la leggenda del Turismo.
DTM è stato l’emblema di quanto le vetture touring potessero esprimersi al meglio in pista e far sognare milioni di persone, non solo in Germania.
Un campionato che ha portato grandi nomi della F1 a prendere parte ad esso, un campionato capace di dare spettacolo e di ispirare generazioni intere.
Eppure del fascino del grande DTM degli anni ’90 e 2000 resta poco o nulla.
Anzi, il DTM per come fu pensato è morto e sepolto.
Trasformato nell’ennesimo campionato GT3 senza particolari motivi di distinzione se non il gareggiare prevalentemente in Germania.
Proprio in questi giorni è stato reso noto il passaggio da ITR (l’azienda gestita da Berger che si è occupata del rilancio del campionato) ad ADAC, la federazione tedesca in ambito motoristico.
Proprio ITR prese in mano l’ormai decadente ed in crisi di costruttori DTM nel 2020, per trasformarlo in una più appetibile categoria GT3, più amichevole a livello di costi e senza un interessamento diretto da parte delle case che, così facendo, si liberarono dell’onere di dover progettare vetture specifiche.
Parlo di vetture specifiche perché, con l’evolversi del DTM post 2000, la strada intrapresa fu quella di creare vetture più simili a prototipi che a vetture di Turismo, di cui conservano solo il nome.
Questa direzione portò sempre più case ad abbandonare la scena tra spending review e disinteresse e, talvolta fallimenti di case (vedasi la MG Rover).
Tutto questo portò ad una situazione grottesca con praticamente solo due marchi a competere per le posizioni che contano (Audi e BMW) con Aston Martin a guardare dal retrovia tutto lo schieramento.
Una situazione inaccettabile per un campionato così ricco di storia.
Da qui il tentativo di salvataggio da parte di ITR e la conseguente trasformazione in GT3 che sì, ha rilanciato nei numeri il DTM ma, di fatto, sancito la morte del campionato di Turismo.
Il passaggio di consegne ad ADAC, tuttavia, non rappresenta altro che un ulteriore campanello di allarme per la categoria poiché la già citata Federazione tedesca gestisce anche il GT Master che è… esatto! Proprio un campionato GT3.
Un vero e proprio conflitto di interessi che porterà, inevitabilmente, i due campionati a mettersi i bastoni tra le ruote tra di loro.
Siamo sicuri che questa acquisizione sia la strada giusta per il marchio DTM?