Una crisi nera, anzi nerissima, quella che si sta abbattendo in Europa e che è ha come primo tassello del domino proprio il gruppo Volkswagen.
Perdite di utili ingenti, dovute a vendite minime, alla concorrenza della Cina, ad investimenti giganti buttati sull’elettrico e proprio dall’elettrico la risposta assolutamente negativa del mercato.
Volkswagen e, l’altro fiore all’occhiello del gruppo, Audi stanno registrando dei numeri in picchiata, tanto che alcuni stabilimenti sono a rischio chiusura, con un taglio di 30.000 dipendenti. Lo storico stabilimento Audi di Bruxelles, dove si produce la Q8 E-tron, sarebbe pronta a chiudere i battenti per sempre. Fresco di un investimento di 150 milioni di euro di soldi pubblici (a fronte di un accordo con Audi di 300 milioni di investimento per la fabbrica), lo stabilimento che dista appena 20 minuti di macchina dalla sede della Commissione Europea, ribattezzato come la “fabbrica del futuro”, è infatti il simbolo del fallimento del diktak europeo sull’elettrico. Ed è proprio da qui che sta iniziando una crisi che avrà riscontri devastanti sull’economia europea.
Perché l’effetto domino innescato dalla crisi Volkswagen starebbe portando anche fornitori come Michelin e Schaeffler a voler chiudere in totale quattro impianti, con un taglio del personale di rispettivamente 1254 e 4700 dipendenti. E con loro a cascata anche realtà più piccole, sempre aziende fornitrici di Volkswagen, o fornitori terzi del grande gruppo tedesco.
Ma c’é di più, perché se fino adesso Lamborghini e Porsche hanno aiutato le finanze del Gruppo a stare in piedi, Porsche con la concomitante immissione nel mercato di Macan elettrica (eliminando le versioni ICE) e l’imminente arrivo della 718 solo elettrica (addio anche qui alle versioni termiche), si troverà a scontrarsi con la realtà dei fatti, ovvero che quelle macchine non avranno mercato. O meglio, che i clienti del marchio Porsche – in primis – non si rivolgono a Porsche per comprare una vettura elettrica.
Proprio per questo motivo, Porsche sta giá provando a leccarsi le ferite, facendo marcia indietro ed annunciando un possibile rientro in produzione delle versioni endotermiche per il 2026. Ma ciononostante, come ha riferito il responsabile dell’area Finanza di Porsche, Lutz Meschke, adattare la versione endotermica su una piattaforma nativa elettrica è cosa quasi impossibile.
Se infatti la neo-piattaforma PPE per la Macan elettrica sará inutilizzabile per l’affiancamento ICE, Porsche dovrebbe attingere allora alla PPA, piattaforma Audi per il segmento D, ricarrozzandola come Macan. Per la 718 invece ancora non si hanno risposte vere e proprie ma va da se che se l’idea fosse quella di riutilizzare la piattaforma nativa elettrica per l’endotermica, il risultato potrebbe essere cosi negativo da potenzialmente avere una delle peggiori Porsche di sempre.
Ovunque la si guardi, questa crisi sembra che sia soltanto al suo inizio e gli assurdi e testardamente idioti diktat della EU non fanno certo sperare ad un futuro più roseo. Insomma, allacciamo le cinture che ne vedremo delle belle.