A cura di Davide Achille e Claudio Boscolo.
Di Jarno Trulli possiamo dire solo belle cose: grandissimo manico, uno dei piloti più rapidi che il Belpaese abbia mai prodotto sul giro secco e grande produttore di vini (parola di Paul Hembery, mica quisquilie). Insomma, l’asso umbro sembra proprio non avere nessun difetto salvo forse una piccola parentesi a base di watt, volt e ampere. Ebbene sì, questa volta, occasione più unica che rara su ItalianWheels.net, si parlerà di Formula E o più precisamente di una poesia made in Italy nella massima serie elettrica.
Siamo nel 2014, una nuova frontiera del motorsport inizia a veleggiare con il vento in poppa delle fonti rinnovabili e diverse case automobilistiche, privati, ex piloti di Formula 1, GT e TCR decidono di buttarsi dentro questo frullatore di emozioni appena nato. Volete che possa mancare il nostro Jarno nazionale all’interno del parco partecipanti (e team owner) di questa neonata competizione? A dire il vero, almeno in principio, sì: solo il forfeit della Drayson Racing (esattamente la Drayson che produce i caricabatterie) concederà al nostro eroe la chance di dimostrare la propria stoffa dentro la neonata competizione elettrica.
Per la stagione inaugurale della Formula E, la 2014-2015, il parco piloti della Trulli GP (conosciuta anche come Trulli Formula E Team) schiera il vincitore del Gran Premio di Monaco 2004 di Formula 1 e la velocissima Michela Cerruti che tanto ha fatto bene all’interno di competizioni del calibro del Campionato Italiano GT Endurance, Superstars Series e Auto GP. Insomma, una line-up con un bel potenziale. L’obiettivo della scuderia, a quanto dichiarato, sarebbe quello di diventare un vero e proprio punto di riferimento per la competizione, tuttavia il primo appuntamento stagionale in terra cinese risulterà molto deludente: in qualifica Trulli è costretto a partire dal fondo a causa di un errore, mentre la Cerruti si classifica in ultima posizione tra i piloti che hanno fatto segnare un tempo di qualifica valido. In gara inizia a prendere forma quello che sarà l’andazzo della Trulli GP per tutta la stagione, infatti il nostro Jarno non riesce nemmeno a prendere il via e Michela chiude la gara solamente in quattordicesima posizione a debita distanza dalla zona punti. In Malesia, nonostante Jarno risulterà autore di un’ottima qualifica e di una partenza da manuale, verrà penalizzato con un drive through per un eccessivo consumo di energia intanto che si trovava in seconda posizione, mentre la Cerruti si ritira al primo giro per un contatto. A Punta del Este finalmente abbiamo il colpo del campione: Jarno Trulli riesce a ottenere dei punti arrivando quarto, tuttavia Michela non riesce a conquistare ancora una volta i tanto agognati punti e ciò porta la scuderia due gare più tardi a sostituirla con Vitantonio Liuzzi che riesce ad ottenere due punti in quel di Berlino, circuito dove il nostro Jarno conquista la pole position che purtroppo non riuscirà a mantenere in gara chiudendo al diciannovesimo posto. Il resto della stagione è una semplice fotocopia delle prime gare: ritiri e posizioni di bassa classifica la faranno da padrone costringendo quindi la Trulli GP a chiudere il campionato con un bilancio piuttosto negativo.
Il vero “capolavoro” però arriverà con la stagione successiva: se nell’annata precedente la Trulli GP poteva contare sull’affidabilità dei propulsori elettrici della Renault, nella seconda stagione Jarno firma un contratto per la fornitura dei motori con Motomatica e nei test prestagionali iniziano subito i primi problemi. Siamo nella splendida cornice di Donington Park alla fine di agosto e hai una voglia matta di sfruttare al meglio i sei giorni a disposizione per testare la monoposto con i nuovi propulsori, peccato che quest’ultimi non ne vogliano proprio sapere di accendersi costringendoti così a far scendere la vettura in pista solamente nell’ultima giornata di test. Insomma, chi ben comincia è già a metà dell’opera. I veri problemi però inizieranno al primo appuntamento stagionale: immaginate di essere arrivati con l’aereo in Cina dopo un lungo viaggio, pronti (più o meno) e carichi per la nuova stagione; arrivate nel paddock e constatate che il tuo compagno di squadra c’è, i meccanici ci sono, gli pneumatici pure, ma mancano le vetture. Subito penserete che si tratta solo di un semplice ritardo nella spedizione (insomma, può capitare anche ai migliori vettori), se non fosse che le pacatissime autorità doganali cinesi ve le hanno sequestrate e non hanno la minima intenzione di restituirvele. Bilancio del primo weekend stagionale: ritorni all’aeroporto per il primo volo utile a tornare a casa. Arriviamo dunque all’epilogo di questa sfortunata scuderia. Cosa c’è di peggio nel constatare che l’idea di cambiare propulsore per la seconda stagione non sia stata proprio un’idea felice? Ne sa qualcosa il nostro Jarno quando la FIA lo informa che i propulsori Motomatica montati sulle sue vetture non hanno passato le verifiche tecniche costringendolo così a prendere per la seconda ed ultima volta il primo volo utile per tornare a casa. A causa di queste vicissitudini e dei grossi problemi finanziari della scuderia, la Trulli Formula E Team chiude i battenti con un bilancio finale più che degno delle altre scuderie che abbiamo trattato, e tratteremo, in questa rubrica.