A cura di Giorgio Sernagiotto e Claudio Boscolo.
Dopo Silverstone, Fuji e Shanghai siamo arrivati all’ultimo appuntamento di questo intensissimo 2019 nel mondiale Endurance.
Siamo nel bel mezzo del deserto del Bahrein, sul circuito del Sakhir.
La nostra trasferta inizia ufficialmente il mercoledì ma, a causa di alcune difficoltà nei voli per raggiungere il paese, arriviamo decisamente scaglionati.
Il tempo per visitare Manama non è molto per cui ci concediamo giusto una rapida visita al Suq: il luogo tipico dedicato al commercio, in particolare delle spezie.
Dopo questa breve parentesi turistica è ora di concentrarci sul nostro impegno in pista.
Il tracciato del Sakhir è, fatta eccezione di Andrea, nuovo per noi.
Tuttavia le curve ad alto carico aerodinamico, la tortuosità e l’alta granulosità dell’asfalto lo rendono molto difficile per la nostra Dallara.
Dopo un giovedì di familiarizzazione col tracciato e di prime prove libere capiamo, nonostante il sempre ottimo lavoro della squadra, che sarà una gara di sofferenza.
L’obbligo resta sempre quello di non mollare anche perché 8 ore di gara sono tante e gli imprevisti potrebbero agevolarci.
Il venerdì le qualifiche sono affidate a Roberto e Andrea che riescono a tirare fuori il massimo dalla Dallara che, però, non riesce a digerire il tracciato né tantomeno le gomme che Michelin ha portato per questa trasferta.
Siamo in coda al gruppo.
Domani si lavora per la rimonta.
La gara, che si svolge di sabato al tramonto, porta con sé la suggestione del deserto ma al tempo stesso la stranezza di un autodromo per lo più vuoto.
In questa atmosfera quasi marziana è ora di fare sul serio.
La squadra ha deciso di puntare, per le prime porzioni di gara, sugli stint alternati tra Roberto ed Andrea per massimizzare il “tyre saving” e cercare di recuperare più tempo possibile facendo meno pit stop degli altri.
Tuttavia l’ottimo lavoro dei miei compagni di squadra non è sufficiente per restare col gruppo dei più veloci.
Il drop della gomma fa sì che il gap della nostra 47, già deficitaria nei confronti delle Oreca, diventi qualcosa di incolmabile.
Dopo l’ultimo stint di Andrea è il mio turno di infilare guanti e casco.
Mi aspetta un doppio stint full throttle per cercare di recuperare il più possibile tuttavia una foratura sul rettilineo principale mi costringe ad un pit stop imprevisto.
Al termine del mio doppio stint lascio la 47 nelle mani di Roberto per tagliare il traguardo.
Si chiude così una gara oggettivamente molto difficile per noi in ultima piazza tra le LMP2.
Con la bandiera a scacchi della tappa in Bahrein si chiude così anche il nostro 2019 motoristico che, tra le difficoltà, ci ha comunque regalato tante soddisfazioni ed emozioni: dalla wild card per la gara di Monza nell’ELMS dove abbiamo sentito tutto l’affetto dei nostri tifosi fino allo splendido esordio mondiale a Silverstone.
Per questo colgo l’occasione per ringraziarvi per tutto il vostro sostegno in questo impegnativo ma affascinante percorso mondiale e soprattutto per augurarvi un 2020 ricco di soddisfazioni!
Ci si vede in pista a febbraio!