A cura di Renato Torri.
Il motomondiale visita una tappa memorabile del suo calendario stagionale.
Questo fine settimana si correrà sul circuito del Mugello, ove automobilismo e motociclismo hanno garantito spettacolo e divertimento. Una storia scritta con inchiostro indelebile che, come nelle mirabolanti avventure, comincia per caso.
Nel 1914, mentre in Europa impazzava la corsa agli armamenti, il mondo libero cercava spasmodici spiragli di pace. Se l’occasione fa l’uomo ladro, allora la prima competizione rappresentava un modo per affrancarsi dalle onde sinistre provocate dalla “Grande Guerra”.
Messa in ombra dal prestigio della Mille Miglia, il circuito rimase silente dopo l’edizione del 1929, nonostante una ripresa, risultata poi effimera, nel 1955, su un percorso ridotto.
L’Autodromo Internazionale del Mugello, progettato e realizzato con tutti gli accorgimenti scaturiti dall’esperienza agonistica, garantisce massima sicurezza sia per i piloti che per il pubblico. Ampie vie di fuga nei punti più impegnativi del tracciato, una strada di servizio per i mezzi di soccorso che possono liberamente muoversi sul tracciato e tutele maggiori per i piloti.
La pista è incastonata, come un diamante, tra la vallata collocata a nord di Firenze e l’appennino tosco- romagnolo. Verso sud, è possibile scorgere lo spettacolo paesaggistico offerto dal monte Giove e ad ovest dai Monti della Calvana, al cui interno scorre un tratto del fiume Sieve, uno degli affluenti principali dell’Arno. Ciascun tratto del tracciato racchiude storia, memoria e fascino.
Dopo aver superato la linea del traguardo, si scollina e la strada diventa in discesa. Alla fine del rettilineo principale, della lunghezza di oltre un chilometro, si toccano le velocità più elevate dell’intero giro. Si arriva quindi in discesa alla staccata della
prima curva, la celebre San Donato, che costituisce l’unico punto di frenata significativo di tutto il circuito.
La parte interna della curva favorisce un proficuo appoggio delle moto per affrontare la Luco-Poggio Secco e percorrere le Materassi-Borgo San Lorenzo. Cuore in gola in discesa per la velocissima chicane Casanova- Savelli. Importante uscire da quest’ultima in modo da affrontare al meglio la curva successiva, la celeberrima Arrabbiata 1, velocissima curva destrorsa in cui si tocca il punto più basso del circuito. Dopo di che, si sale per l’Arrabbiata 2.
Il tracciato conduce, poi, ad un rettilineo breve, per un’ulteriore chicane simile alle prime due, ma in leggera discesa: Scarperia e Palagio. Un ulteriore allungo porta al tornante destrorso del Correntaio. Anche qui, si deve affrontare l’uscita con lo scopo di impostare al meglio l’ingresso nelle successive Biondetti, caratterizzate da un repentino cambio di direzione. Riusciranno i protagonisti ad affrontarle in pieno, come da tradizione? Infine, si arriva all’ultima curva del tracciato: la Bucine. Curva da 180°, che conduce le moto a sinistra. Una buona uscita da questo intermedio è fondamentale per sfruttare tutta la pista e scaricare al
suolo i rampanti cavalli delle moto, che accompagneranno i nostri eroi al rettilineo finale.
Il più grande interrogativo è rappresentato dai punti di sorpasso. L’unico reale sembra essere quello della San Donato, in fondo al rettilineo di fronte ai box. La storia chiama: vietato sbagliare!