Parliamo di AI Racing e mi verrebbe da dire “Questo articolo non volevo farlo” proprio come dicono i “grandi” influencer…

Dopo aver letto determinati commenti al nostro post facebook sull’AI Racing, sento il dovere di rispondere alle troppe critiche negative.

FORMULA DRIVERLESS

Partiamo dal principio. Il progetto inizia da molto lontano con la Formula Student Germany: la Formula Driverless istituita nel 2017 come disciplina nella guida autonoma. Successivamente anche altri stati tra cui l’Italia con la “Formula SAE Italia” aderirono allo stesso progetto.

La monoposto di More Modena Racing (M23-DL)

Per lo sviluppo di queste auto, le prove consistono in accelerazione, skidpad, autocross ed endurance.

L’accelerazione si testa su un rettilineo di 75 metri, mentre lo skidpad valuta la tenuta in curva. Il tracciato adoperato richiama la tipica figura ad otto. 

L’autocross, così si chiama, è un circuito sprint disegnato e delimitato da coni che valuta l’agilità della monoposto con slalom, curve a raggio variabile e tornanti. 

Non si tratta di un vero e proprio campionato, ma di weekend di gara singoli dove si svolgono le prove descritte sopra. L’ endurance è l’evento che conclude il fine settimana di gara con ben 22 km da percorrere, si svolge in un circuito simile a quello dell’autocross e mira a testare affidabilità ed efficienza complessiva dell’auto.

Parliamo quindi di ragazzi universitari che investono tempo e passione nella progettazione di queste auto a guida autonoma, come hanno fatto in passato e faranno in futuro per monoposto termiche, elettriche, ibride ecc nell’ambito del motorsport. (Vi lascio qui il video per vedere un evento di gara.)

Ma NIENTE PANICO! NULLA SOSTITUIRA’ NULLA. Non capisco perché questo accanimento verso una serie come tante altre.

ROBORACE

Ricordiamo tutti il prototipo RoboRace che dopo un metro si schiantò contro le barriere. Scena molto comica si, ma il programma FIA chiuse poco dopo e fu venduto ad una start-up londinese.

Allora lo scopo di tutto ciò? La guida autonoma è chiamata a risolvere gli incidenti di natura umana e a migliorare la vita a persone con gravi disabilità. Al giorno d’oggi per quanto la tecnologia sia sempre più invasiva, la sperimentazione rimane alla base del progresso, è inutile negarlo. Tutto ciò che ci circonda esiste perchè sperimentato.

E, come per tutti i progetti acerbi, la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa, ma non impossibile.

A2RL

Arriviamo finalmente all’argomento cardine di questa diatriba. Il 27 aprile 2024 nel circuito di Abu Dhabi è andato in scena lo “psicodramma”, a detta di tanti, della prima gara con “piloti” AI.

AI racing

Personalmente l’ho trovata interessante. E potrò anche essere di parte, essendo ingegnere ed ex membro SAE, ma ci ho visto tutto quello che dovrebbe esserci in una competizione: sound, sorpassi, testacoda ed incidenti. Anche esteticamente le auto risultano curate in linee e livree, perché negarlo.

Il margine di miglioramento è ancora molto alto sia chiaro, vedremo come si svilupperà il tutto. (Dovrebbe essere anche motivo di orgoglio per i tanti italiani partecipanti.)

Normale che sia impossibile paragonarla alle serie maggiori. L’emozione e lo spettacolo dato dai piloti è ineguagliabile. Prendiamola semplicemente per quello che è; un allenamento per lo sviluppo della guida autonoma.

Lo spettacolo giustamente rimarrà per tutti i sacrifici delle persone ai box, meno per il pubblico.

Di Giuseppe Di Florio

Ingegnere meccanico in ambito metalmeccanico. Appassionato di motorsport fin da piccolo, ho lavorato in formula SAE come dinamico del veicolo e successivamente nel Campionato Italiano Rally Terra. Sono entrato nella famiglia di ItalianWheels.net nel novembre 2021 come redattore e social media manager.

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