A Portimão sono state sei ore di gara mozzafiato, nonostante la lotta per la vittoria fosse finita dopo cinque minuti. Ma l’endurance è l’endurance, e la gara non si può dichiarare conclusa fino alla bandiera a scacchi. Sul podio infatti c’è una sola Toyota (la #8) davanti a una Ferrari (la #50) e una Porsche (la #6).
Le Toyota sembravano far parte di un’altra categoria, dando un secondo, un secondo e mezzo al giro alle hypercar Ferrari. Nonostante ciò non è stata una doppietta giapponese. In una gara da sei ore ogni cosa deve funzionare alla perfezione per l’intera durata di gara, compresi i sensori che inviano la telemetria alla direzione gara. Ed è proprio uno di questi sensori, posizionato sul semiasse posteriore, ad aver costretto la Toyota #7 a rientrare nel garage e perdere quindici minuti. Eccezionale la prestazione dei meccanici, che in meno di un quarto d’ora hanno smontato e rimontato l’intera parte posteriore dell’auto, sostituendo il sensore nel mezzo.
Problemi di affidabilità ai freni per la Ferrari #51. Alla terza ora di gara ha smesso di funzionare il Brake-by-Wire, e ciò ha causato un consumo anomalo sui dischi anteriori. In particolare l’anteriore destro che ha ceduto a mezz’ora dalla fine. Ciò nonostante l’eroismo (o se preferite, l’incoscienza) di Alessandro Pier Guidi, ha permesso di limitare i danni e di ottenere un insperato sesto posto.
Problemi ai freni anche per la Vanwall, che nonostante il passo da LMP2 dava speranza di poter terminare la gara. Ma l’esplosione del freno anteriore destro a un’ora dalla fine ha causato l’unico incidente e l’unica full course yellow di giornata. Ritiro anche per la Porsche #5, che, dopo aver rischiato di rimanere senza benzina, ha avuto problemi al servosterzo a meno di un’ora dalla fine.
Giornata decisamente positiva per le Peugeot. Nonostante la sostituzione di tutto il sistema sterzante sulla #93 prima della partenza, le due hypercar francesi hanno finalmente concluso la gara senza alcun problema di affidabilità, arrivando in quinta (la #94) e settima posizione (la #93).
In LMP2 è doppietta United Autosport. Come al solito la battaglia per la vittoria ha visto coinvolte quasi tutte le auto partecipanti, ma alla fine è un’ottima strategia a consegnare la vittoria al team di Zak Brown. Delusione per la Prema #63. Partita dalla pole e in testa per quasi tutta la gara, perde il podio ai danni delle già citate United e della WRT #31.
Ugualmente emozionante la lotta tra le GTE. Alla fine è la Corvette a intascarsi la vittoria, con gli ultimi giri che hanno visto un duello all’ultimo sangue tra Nicky Catsburg e Alessio Rovera sulla Ferrari #83 di Richard Mille. Deluse ma non troppo le Iron Dames e AF Corse, rispettivamente terze e quarta, autori (e autrici) di un’ottima prestazione.