L’anno scorso, negli stessi giorni tra l’altro, ho vissuto la mia prima esperienza in un autodromo durante un weekend di gara, in occasione della 24H Series. Quest’anno sono tornato al Mugello per seguire la stessa gara, ma le emozioni sono state differenti.
Innanzitutto a me e Claudio è venuta l’idea di fare dei vlog durante il weekend. Raccontare gli eventi momento per momento, cercando anche di intervistare i protagonisti e mostrare i retroscena di una gara endurance. L’esperimento è riuscito abbastanza bene, ma ora spetta al capo montatore fare la magia e abbassare il volume dei motori per far risaltare la voce.
Mi mancava il rombo dei motori. È una sensazione che puoi provare solo in pista, solo durante una gara con auto di alto livello come le GT3. E tutta la preparazione per far suonare quei motori, dai quindici minuti per scaldare l’olio prima dell’accensione al lavaggio dei cerchioni dopo uno stint.
L’adrenalina è sempre altissima. Ma il bello dell’endurance è che la tensione non è sempre irrespirabile. In una gara da 12 ore hai molto tempo per poterti rilassare e riposare se necessario. E di solito è necessario, anche se in Italia meno che in altri paesi. “Cosa c’entra?” vi starete chiedendo. La domanda è legittima, e la risposta è incredibilmente stupida e deprimente. In Italia, per legge, non si può correre di notte. Pertanto questa 12 ore del Mugello è stata corsa dalle 11:15 alle 17:15 sabato, e dalle 9 alle 15 domenica. Bello vero? L’organizzazione della 24H Series ha cercato di mettere una pezza su questa idiozia, descrivendola come in realtà una scelta che avrebbe potuto portare più spettacolo e divertimento, e in parte è effettivamente successo. Ma vedere le auto parcheggiate nel parco chiuso, a prendere freddo coperte solo da un telo, mi ha messo amarezza.
L’amarezza di sapere di vivere in un posto in cui non vedrò mai una gara endurance di prestigio. Un posto in cui se vuoi vivere l’emozione di una 24 ore, anche di livello amatoriale, devi andare in Francia o Germania. Un posto in cui un campionato dedicato alle GT4 non esiste. Un posto in cui manca una vera cultura motoristica a tutti i livelli. Ferrari potrà anche aver corso in Formula 1 dal 1950, ma al Mugello c’era una sola 488 contro almeno una ventina di Porsche 911 (su un totale di circa 40 auto).
Ok ho finito di lamentarmi. Questo weekend mi sono divertito non poco. Ho visto e ripreso scene particolari (560 cavalli a 1200 giri, cit.). Ho avuto l’ansia per gli equipaggi di Ebimotors e festeggiato con loro la vittoria. Ho mangiato una fiorentina e dei crostini di polenta belli corroboranti (qualunque cosa voglia dire). Ho vissuto la magia di un meteo pazzerello sull’appennino toscano, scommettendo sulla pioggia che alla fine non è arrivata.
È stato un weekend molto più bello del primo. Ho finalmente imparato a godermi questo mondo. Ho capito che piloti e meccanici sono ragazzi esattamente come siamo noi, persone normali, persone simpatiche, con cui è possibile parlare del più o del meno fuori dal box mentre fuori si sta correndo lo sport più bello del mondo.