A cura di Claudio Boscolo.
È una domanda abbastanza banale ma davvero non riesco a dare una vera risposta.
Di sicuro non è stata una gara noiosa in senso stretto ma davvero tutta ‘sta bellezza non l’ho vista.
Quel che ho visto è stato un patetico tentativo di scimmiottare il glamour e la classe del gran premio monegasco con un parterre di ospiti, eventi, spalti costituiti da yacht su acqua disegnata per terra.
Dove a far notizia è più un Vettel che decide di mettere l’intimo sopra la tuta che non le particolarità del tracciato.
La gara, in sè per sè non è nemmeno stata malvagia, certo ormai siamo abituati a dover esaltare ogni gara che vede una Ferrari nelle prime tre posizioni come la più bella tappa del secolo.
La realtà, molto meno faziosa, è che ieri è stata una gara quasi a senso unico per Max Verstappen abilissimo a sfilare alla prima occasione utile un redivivo Sainz e ad infilare un Leclerc bravo sì nelle prime battute di gara, che però ha dovuto cedere ad una Red Bull più gentile sulla mescola.
La leadership di Max è arrivata ad un gap davvero bello consistente e solo una fortuita safety car ha rimesso Charles in zona DRS e provare a dare qualche pensiero al campione olandese.
La sensazione è che in questa parte di stagione la Red Bull, risolti i problemi di affidabilità su Max, sia la miglior vettura al momento.
Certo trovo davvero fuori luogo urlare già al disfattismo rosso quando il pacchetto di aggiornamenti è in arrivo per la tappa spagnola e comunque il team ha avuto una bella reazione dopo la mezza disfatta di Imola.
A proposito di reazione vanno i miei più sinceri complimenti a Sainz per aver rialzato la testa in maniera decisa dopo tutti i problemi tra Australia, Imola e il primo impatto con la pista di Miami.
Perdere fiducia, sentirsi schiacciati da una tifoseria che non perdona nulla e sopperire alle difficoltà con carattere non è per tutti.
La prova di forza nei confronti di Perez è stata davvero un gran bel segnale, non solo per la resistenza con quella staccata in curva 1 ma in particolare è stato bravo a non commettere errori e a non dare mai la posizione nonostante Checo fosse quasi costantemente in zona DRS.
Se poi vogliamo parlare di belle sorprese non deve più far notizia George Russell che sta sistematicamente mettendo in crisi un Hamilton sempre più piagnucolone alla radio.
George resta l’unico pilota ad essere riuscito a concludere tutte le gare in top 5 in questa stagione.
Chi invece ha gettato una grande occasione oggi è stato Mick Schumacher che avrebbe potuto portare a casa preziosissimi punti soprattutto dal punto di vista psicologico.
I miglioramenti ci sono, deve solo imparare a gestire la foga in situazioni di lotta a cui mai era stato abituato.
Il tracciato di Miami non mi ha regalato nulla di diverso da quanto mi aspettassi, in tutta onestà.
Stiamo pur sempre parlando di un tilkodromo simil-Sochi e di un circuito che basa i sorpassi quasi esclusivamente sulle zone DRS.
Come gara mi ha dato delle vibes di “già visto”, una gara ed una tappa che non mi ha lasciato nessuna particolare emozione e la netta sensazione che questo circuito non avrà vita lunga nel calendario F1.
Quel che ho visto è stato un circuito senza anima, senza nessuno spunto e una chicane assassina solo per forzare spettacolo e che, puntualmente, non è servita a nulla.