La triade della #38 di Jota finalmente si chiude. Dopo Jenson Button e Phil Hanson, adesso tocca al giovane e simpaticissimo Oliver Rasmussen, che ci ha sorpreso e deliziato con un’intervista in un ottimo italiano.
Per sorprendere anche voi del livello di conoscenza della lingua di questo ragazzo, lascerò il più possibile gli errori (pochi) di pronuncia e di grammatica. Fidatevi che sarà comunque un articolo perfettamente leggibile.

“Ah ma quindi vuoi fare l’intervista in italiano?”
“Sì proviamo. Se non riesco a trovare le… parole, facciamo in inglese.”

“Ok partiamo dall’inizio. Com’è nata la tua passione?”
Uh la la! Avevo una passione per macchine in generale quando ero piccolo. La mia mamma aveva una passione per macchine già quando ero nato, dunque le macchine mi hanno sempre tanto piaciuto. Quando ero piccolo avevo un amico che faceva karting, e avevo chiesto come lui aveva fatto per cominciare karting. Avevo già provato il karting su… come si dice. Il kart di locazione, il rental.”
“Il kart a noleggio.”
“Sì esatto. Quando ho scoperto come aveva fatto lui a cominciare ho avuto il numero di questa persona che aveva un team. Quando avevo 12 anni ho chiamato questa persona per dirgli che mi piacerebbe provare il karting.
Dopo sono andato da mio padre e gli ho detto che avevo questa prenotazione, e lui non ha potuto dire di no. Ed è così che questa storia è cominciata.”

“Dove hai imparato l’italiano così bene?”
“Ho imparato le basi a scuola in Francia. Ho fatto due o tre anni di italiano a scuola, poi ho fatto il karting in Italia. Ero nel team Cosmic, con i meccanici italiani ho provato ho provato di parlare un po’. Dopo due anni con loro e due anni con Prema riesco a parlare un po’. [È una questione di] provare, provare, provare.
Adesso è un po’ difficile trovare i momenti, però non è troppo male.”

“No anzi parli benissimo. Come ti sembra Le Mans?”
“Mi sembra molto bene. È una gara speciale, tutta la settimana è speciale in generale. Sono molto… excited. Con tutte queste macchine in hypercar sarà una gara molto buona.
Penso che devi essere… paziente [come pilota], perché è una gara lunga. C’è tanto da fare, ma sarà molto bella.”

“Cosa NON ti piace di Le Mans?”
Uuuhhhhh. Non lo so, il fatto che la meteo non ha consistenza. Se piove mi piacerebbe che piove tanto, non un po’. Quando sei 50/50 per una gara di 24 ore è difficile sapere che rischio vorresti prendere, perché se prendi troppi rischi sei morto.”

“Ti diverte la Porsche?”
“Sì tanto. È una macchina un po’ difficile, quello sicuro, perché c’è meno downforce ma c’è tanta potenza. Avevo bisogno di un po’ di tempo, però adesso penso di essere in una buona finestra.”

“Avresti mai pensato di correre a Le Mans così giovane nella categoria regina?”
“Onestamente no. È solo da tre anni che mi piace tanto l’endurance. Prima, quando ero nelle formule pensavo solo alla Formula 1, poi quando ho visto che non si può fare ho pensato che puntare a Le Mans poteva essere la scelta giusta.”

“Ecco, come si vive quel momento in cui sei giovane, sei veloce, sai che potresti andare in F1 ma non puoi?”
“Io l’ho vissuto bene. Alla fine penso che l’endurance è molto meglio per me. Mi sento molto bene, approcciarmi alle gare lunghe mi viene molto bene. Vedere che alla fine non potevo entrare in F1… alla fine ci sono tanti piloti molto veloci che non entrano in F1. È così, è la vita.”

“Ultima domanda. Hai una macchina del tempo, puoi scegliere una gara e una macchina con cui correre. Cosa sceglie lOliver Rasmussen dal futuro, e perché?”
Uff… Ho provato una Super Formula a Suzuka ed è stato incredibile, il miglior giorno della mia vita. Se si può fare, penso una Formula 1 del… 2018? Quando stavano facendo i ricordi [i record di velocità]. Quindi una Formula 1 del 2018 a Spa, perché è un circuito che mi piace tanto.”

Ringraziamo ancora una volta Hertz Team Jota per l’opportunità che ci hanno dato e Oliver Rasmussen per la disponibilità e la simpatia.

Di Alessandro Rizzuti

Laureato in storia e bassista metal a tempo perso, fermamente convinto che sotto le sei ore si parla di gare sprint. Ogni tanto faccio qualche articolo ironico, sperando di essere divertente almeno su internet.

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