A Le Mans siamo nel tunnel dei meet the team, quegli eventi organizzati dalle squadre in cui i media possono entrare e chiacchierare con chi vogliono. Il primo team che abbiamo incontrato è stato WRT, che ci ha permesso di incontrare Sean Gelael, Raffaele Marciello e il team principal Vincent Vosse.
Nei prossimi articoli leggerete le numerose interviste che abbiamo fatto (ben otto solo mercoledì), ma ora partiamo con il primo: Sean Gelael, pilota dell’equipaggio #31.
“Sean, questa chiaramente non è la tua prima Le Mans, ma è la prima su una GT3. Come ti trovi?”
“È parecchio sorprendente in realtà. Sulle LMP2 hai un sacco di carico aerodinamico, soprattutto nel primo e terzo settore in cui hai un sacco di curve veloci. Su una GT3 mi trovo bene, ma sono sorpreso di quanto debba spingere al limite la macchina. Hai meno carico e quindi scivoli molto di più e devi compensare di più, ma è molto divertente. I rettilinei però sono più lunghi rispetto ai prototipi, perché sei più lento, ma nel complesso mi trovo molto bene.”
“Come ti sembra invece la macchina rispetto alla competizione?”
“Siamo ottimisti, abbiamo comunque una buona line up di piloti. Per quanto riguarda le altre auto è più complicato. Porsche ha vinto o è finita sul podio in tutte e tre le gare. Ferrari anche è sempre pericoloso sottovalutarla. Le Lexus sono molto veloci sui rettilinei. E persino le Lamborghini hanno dimostrato un ottimo passo a Spa, perciò sarà molto difficile. Ma siamo sicuri che io, Augusto [Farfus] e Darren [Leung], e anche i ragazzi dell’altra macchina, faremo tutti un buon lavoro. Cercheremo di fare meno errori possibili, evitare rischi inutili e fare una buona strategia, alla fine è così che vince questa gara. Di solito chi è in pole poi non vince, no?”
“Non è la tua prima Le Mans, ma è sempre speciale. Cosa significa per te?”
“Beh la mia prima Le Mans è stata durante la pandemia, quindi ho dovuto aspettare per godermela. Ciò che è veramente incredibile qui sono i fan, sono tantissimi ma tutti super appassionati. Non sono molte le gare così. Ho guidato anche in circuiti cittadini, come Monaco e Macao, ma qui hai tutta la città apposta per te. Anche il circuito è molto bello da vivere e da guidare. Ed è anche la prima gara qui di Darren, ed è super ansioso ed eccitato, ed io e Augusto stiamo cercando di aiutarlo a godersela il più possibile.”
“Ora la domanda che facciamo a tutti i piloti. Le Mans è stupenda, Le Mans è speciale, ma c’è una cosa che ti dà fastidio?”
“Ok, mh. L’evento è incredibilmente lungo. Ci sono 24 ore che fai senza problemi, ma fai Le Mans e poi crolli per la stanchezza. È tutto bellissimo ma è veramente stancante.”
“Grazie, siamo contenti che non hai detto ‘i giornalisti’. Qual’è il rapporto con il pubblico e con i fan?”
“È incredibile, anche perché ormai tutte le gare del WEC sono sempre piene di pubblico. Le sessioni di autografi sono lunghissime, e qui a Le Mans la sessione è ancora più lunga e affollata. E i fan come ho detto sono veri appassionati, e magari arrivano con una tua foto di 10 anni fa e vogliono proprio il tuo autografo. La passione che tutti hanno con questo sport è incredibile.”
“Ultima domanda, riguardo più la tua carriera. Essendo indonesiano hai corso molte gare in Asia: quali differenze trovi con il motorsport europeo?”
“Ci sono grandissime differenze. Una di queste è la competizione. Per esempio nei campionati kart nazionali hai sei gare, di solito sulla stessa pista, e quindi hai anche la stessa concorrenza. Ci sono 15 piloti, ma sono sempre gli stessi 15, e quindi migliorare è più difficile. In Italia invece, dove ho corso parecchio, per esempio tra, non so, La Conca e Lonato ci sono piloti diversi e quindi una diversa competizione. Devi sempre migliorare, e così anche in Germania o in Francia. In Asia la competizione non è di livello più basso in sé, è semplicemente meno numerosa, ed è quindi più difficile imparare qualcosa di nuovo e fare esperienza.”
“Ok direi che è tutto. Grazie mille Sean Gelael per la disponibilità!”
“Grazie a voi!”