A cura di Claudio Boscolo.
Photo Credits to @juledechezsmiththenface (Instagram).
Tecnologia, calcoli, studio a tavolino di strategie, capacità di reazione a difficoltà e situazioni impreviste e tanta, tantissima umanità. Ecco parte di ciò che abbiamo vissuto all’interno del box di Team Virage, team che milita nelle file della European Le Mans Series, Le Mans Cup e Ligier European Series.
Nello specifico abbiamo vissuto dalla loro prospettiva le sensazione e le emozioni del “main event”: la 4H dell’ELMS dove Team Virage schiera la sua LMP2 nella categoria PRO/AM.
Per quanto gli accrediti si susseguano a ritmo spedito non è mai un’esperienza comune.
I box sono quel posto magico dove il profumo dei ravioli al sugo di noci del pasto dei membri del team si interseca perfettamente con l’aroma del carburante e l’acre della gomma usurata appena tolta dopo un pit stop.
Il silenzio calmo e concentrato prima del via, irreale, che quasi fa sparire i borbottii lontani delle vetture pronte a lanciarsi nella corrida.
L’intensità dei giri motore che sale così come la febbrile attesa per la bandiera verde. Speranza e terrore si mischiano in un tango di contrasti logici.
Sventola il via e la furia delle centinaia di cavalli motore là fuori riempie l’aria mentre si arriva alla prima curva, il momento più delicato di tutta la gara. Vanificare lo sforzo di un week end in qualche centinaio di metri è questione di istanti e tutta l’apprensione è leggibile negli occhi del retro box.
Rob Hodes (a proprosito leggete la nostra intervista qui )il pilota partente per il team da cui assistiamo allo start, è bravo a tenersi lontano dai guai alla prima insidia.
Inizia così la caccia alle altre posizioni.
“3,2,1 Full Corse Yellow”, cantilena che diventa mantra. Da sola può significare redenzione per una gara difficile o complicare ulteriormente la situazione.
La reazione di Gabriel Aubrie, uno dei tre condottieri del team assieme al già citato Rob Hodes e Jazeman Jaafar, ai box esprime tutta la voglia di vincere e il dispiacere quando la situazione sfavorevole complica la via.
Passione e amore per il proprio lavoro e per la competizione. I piloti non sono macchine, sono fuoco brulicante di passione.
“3,2,1 Full Course Yellow removed” e la gara riprende nella sua valenza agonistica mentre i gentilissimi membri del team ci offrono il pranzo. Gesti semplici ma ricchi di umanità mentre fuori infuria la battaglia.
Lo sguardo indagatore e attento di Rob Hodes verso lo schermo dei tempi finito il proprio stint e ceduto il volante ad Aubrie per la rimonta. Ah il tempo così tiranno, così lungo ma breve, specialmente nelle gare Endurance, sempre più volte ad uno stile sprint oggigiorno.
Tutto lo sforzo del Team Virage è sotteso alla prestazione, da subito e con tutti i mezzi. La baruffa nella categoria Pro/AM non è qualcosa da poco.
E’ di nuovo il turno dei pit stop, scandito dallo sferragliare dei carrelli del cambio gomme. I meccanici che indossano gli elmetti e che sfidano il caldo rovente dentro le loro armature ignifughe. Sguardi tesi, perdere un secondo durante un pit stop è facile come sbattere le palpebre, recuperarlo in gara può essere un inferno in terra. Bisogna essere reattivi, rapidi e decisi, nessuno spazio per imprecisioni che potrebbero costare la gara.
I meccanici sono gli eroi di cui si parla sempre troppo poco, eseguono sforzi sovrumani in tempi ridicolmente brevi esposti al costante rischio di essere falciati dalle vetture che sopraggiungono.
Mentre accade la preparazione al pit volgo lo sguardo verso Jaafar che si presta a completare gli ultimi rituali prima di essere pronto per infilarsi nella battaglia.
Calma, ritualità nei piccoli gesti, dallo stretching fino al momento di mettere il balaclava e infilare il casco, gesto capace di trasformare l’uomo nel pilota.
Intanto che il pilota esegue i riti, nel box, gli ingegneri affilano i calcoli per sfruttare ogni singola finestra utile per avvantaggiarsi sulla concorrenza.
Nel caldo atroce di una Monza incandescente i volti affaticati e tesi sono la perfetta rappresentazione di una gara tutt’altro che facile per i ragazzi di Team Virage.
La bandiera a scacchi sancisce la sesta piazza nella classifica Pro/Am per i ragazzi della #51, meno di quanto sperato ma c’è sempre la prossima volta per riprovarci.
Ci congediamo dai ragazzi del team a fine gara in quanto inizia la parte dello smontaggio del box per riprendere il proprio iter girovago per il mondo.
Ringraziamo di cuore i ragazzi di Team Virage che ci hanno ospitato ai box, in particolare Alex per averci dato la possibilità e aver dimostrato grande premura nei nostri confronti.