A cura di Umberto Moioli.
E così Alonso e Toyota vincono – finalmente – la 24 Ore di Le Mans e fanno la storia. Tuttavia con i dovuti però, perché resterà nella storia come la 24 Ore di Le Mans in cui la Toyota si é rifatta della grande delusione del 2016, questa volta però correndo… Senza avverarsi. Una “vittoria mutilata” potremmo definirla. La 24 Ore di Le Mans più noiosa di sempre per quanto riguarda la classe LMP1. Certo, non é colpa della Casa giapponese se Volkswagen ha ritirato dal mondiale prima Audi e successivamente Porsche, ma resta il fatto che Toyota é arrivata in Francia con la coppa già in tasca (è per fortuna, se qualcosa fosse andato storto consegnando la vittoria ad Oreca avremmo assistito a suicidi di massa nel box nipponico). Per quanto riguarda Alonso, il discorso non é poi tanto diverso: Nakajima e Buemi erano lì solo perché il regolamento impone tre piloti, la vettura era “Quella di Alonso” e neppure il confronto in casa sarebbe mai stato accettato. Quindi lasciatemi dire che ai miei occhi questa vittoria suona un po’ come un premio di consolazione ad un pilota – fortissimo ma sfortunato – al quale (a quanto pare) i giapponesi sentivano di dover delle scuse per quel disastro denominato McLaren-Honda. O forse ha ragione un mio amico, quando dice che in realtà sia Toyota che Alonso hanno sconfitto due avversari formidabili: se stessi! Ora Alonso si proietta a Daytona per chiudere quel leggendario cerchio F1/Le Mans/Daytona, ma nulla mi farà cambiare idea che questa 24 ore resterà nella storia del motorsport come la 24 ore più fake di sempre in cui alla coppa manca l’onore e la gloria che riceve chi vince davvero a Le Mans.