Siamo nei momenti successivi alla gara più bella del mondo ed è ora di andare ad analizzare i promossi ed i bocciati di Le Mans passando per le varie categorie.

PROMOSSI CATEGORIA HYPERCAR

Ferrari. In una 24h non esiste nulla di ovvio o scontato, specialmente essere competitivi al punto di giocarsi la vittorie in due edizioni di fila e soprattutto coglierle entrambe le volte. Bellissime le lotte con Toyota in una gara che ha tenuto il fiato sospeso sino all’ultimo giro.

Senza il DNF della #83 probabilmente parleremmo di un podio interamente a base 499P.

Toyota. Rivedere il duello Toyota-Ferrari anche in questo anno regala la dimensione di queste due Hypercar. Toyota sfiora il 10 in pagella per la gara incredibile recuperando dopo il disastro delle qualifiche. Che si fossero nascoste le due GR-010 non avevamo alcun dubbio ma da qua a portare in scena una rimonta di questo genere ne passa.

Lamborghini. Nulla da dire, gara solida per Iron Lynx in top class dove il valore dei piloti surclassa i limiti della vettura. Ottimo arrivo a punti ed in top 10 per l’equipaggio della #63.

Porsche Jota. Quello che è stato fatto con la vettura di Illot da sola vale il 10 in pagella. Questa parte di articolo va a tutti gli “unseen heroes” del mondo del racing: i meccanici.

Una vita di sacrificio, sempre in giro per il mondo con poco tempo per le famiglie a montare, smontare riparare tra un paddock e l’altro. I ragazzi di Jota hanno ricostruito da zero la vettura #12 in solo un paio di giorni, impresa che da sola entra di diritto nella storia di questo sport.

E no, cari complottisti, non è lo shakedown in un aeroporto a far perdere l’integrità competitiva della corsa, è una questione di sicurezza!

Isotta Fraschini. Accogliamo con sommo piacere tra i promossi di questa 24h di Le Mans i ragazzi di Isotta Fraschini e Duqueinne.

L’obiettivo concordato era vedere la bandiera a scacchi facendo una gara pulita ed onesta (queste le parole di Claudio Berro ai nostri microfoni). Così è stato, e le condizioni non sono state agevoli per tutti quindi sopravvivere 24h alle condizioni cangianti, senza noie tecniche o meccaniche e senza errori od incidenti, è un risultato degno di nota per tutto il team che può solo che andarne orgoglioso.

BOP. Il Bop è croce e delizia di questo sport lo sappiamo tutti, però per questa 24h di Le Mans è innegabile che portare ben 9 vetture nello stesso giro nella massima categoria sia qualcosa di folle.

Solo fino a questa edizione mai le prime tre vetture risultavano nello stesso giro!

Questo per darvi l’idea di come abbia lavorato bene il Bop.

Ora passiamo all’altro lato dei promossi e bocciati di questa Le Mans:

BOCCIATI CATEGORIA HYPERCAR

Cadillac. Lo diciamo con la morte nel cuore visto quanto amiamo sia la V-Series.R che il team e le vibes che regalano. Purtroppo le bellissime cose che Cadillac ha fatto vedere tra libere, qualifiche ed hyperpole non è riuscita a mantenerle nella parte più importante: la gara.

Mai veramente in lotta per qualcosa e vittima di problemi tecnici ed umani (da matita rossa l’errore di Derani che butta via una buona prestazione per 311 di Action Express).

Dopo il podio dello scorso anno le aspettative erano altissime, doveroso fare di più che portare una sola vettura al traguardo (in settima posizione).

Porsche Penske. Sembrava fosse arrivato lo squadrone della morte con l’obiettivo unico di monopolizzare le prime quattro posizioni in griglia, però la realtà si è dimostrata molto diversa.

Solo una Penske a raggiungere l’Hyperpole (l’altra 963 era la Jota #12).

La pole di Estre che aveva fatto urlare la sala stampa e ruggire gli spalti non si è minimamente concretizzata.

Il grosso tallone d’Achille della 963 si è rivelata essere la velocità di punta che l’ha fondamentalmente estromessa dalla lotta per la vittoria. Il quarto e sesto posto vanno molto stretti per il potenziale visto in campionato dalla vettura.

BMW-WRT. Questo fa male. Ancora una volta il mix di errori e sfortuna porta WRT a non segnare punti e tantomeno a finire la gara (si la #20 ha messo le ruote in pista ma solo per prendere bandiera fondamentalmente).

Da una parte l’errore di Wittmann da matita rossa che solo dopo una manciata di minuti mette la gara in salita per la #15.

Quest’ultima poi ha finito la propria corsa nella notte con il contatto tra la 499P #83 e Dries Vanthoor.

La #20 mai in gara si è sostanzialmente spenta dopo l’errore di Frijns ed è rientrata in gara solo per prendere bandiera a scacchi.

Prestazione quindi insufficiente per WRT in Hypercar.

Alpine. Gli eroi di casa deludono non tanto in termine di prestazione dove sono state oggettivamente i migliori in termine di performance tra i rookies di questo anno, quanto in termini di affidabilità.

Il motore Mecachrome, derivato da quello di Formula 2, mostra i propri limiti esplodendo con entrambe le vetture nelle prime ore di gara.

Peugeot. La casa francese resta un fulgido esempio di come cambiare tutto serva per cambiare il nulla assoluto.

Mai in gara (praticamente mai inquadrata persino dalla regia). Peugeot è riuscita a peggiorare in termini di prestazione ed ormai è un progetto che a Le Mans si è rivelato molto più fallimentare che non lo scorso anno.

Il valore dei piloti non si mette in dubbio, l’ala in più sì e tanto.

Insomma questi, a parer nostro, sono i promossi ed i bocciati di questa Le Mans, una 24h che ha tenuto tutti noi incollati allo schermo.

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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